Aggressione in carcere: «Agenti colpiti con il pane indurito e minacciati con una lametta. Serve il taser». Prognosi di 29 giorni per un ispettore

L'episodio, risalente al 3 maggio, viene reso noto e descritto da Giovanni Vona, segretario per il Triveneto del sindacato Sappe

domenica 4 maggio 2025 di Redazione web
Aggressione in carcere: «Agenti colpiti con il pane indurito e minacciati con una lametta. Serve il taser». Prognosi di 29 giorni per un ispettore

PADOVA - Quasi trenta giorni di prognosi perché colpito, insieme a un collega, con una vecchia pagnotta: a tanto ammonta la prognosi per un ispettore della polizia penitenziaria al centro di un'aggressione riferita dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe) e avvenuta il 3 maggio nel carcere Due Palazzi.

Un terzo agente sarebbe invece stato minacciato con una lametta. Un episodio che ne segue numerosi altri e riporta in luce le criticità, legate in particolare al sovraffollamento, nel penitenziario padovano. 

La denuncia

L'episodio viene reso noto e descritto da Giovanni Vona, segretario per il Triveneto del Sappe. «Un detenuto straniero, ristretto al 2° Blocco B del carcere, ha lanciato del pane indurito contro due poliziotti - spiega il sindacalista -: la peggio l’ha avuta l’ispettore di servizio con 29 giorni di prognosi, certificato ospedaliero, mentre un terzo poliziotto è stato minacciato con una lametta. Fortunatamente non è successo nulla, ma questo detenuto è l'ennesima volta che si rende responsabile di minacce, resistenza e aggressioni al personale di polizia penitenziaria e continua a rimanere inspiegabilmente in questo istituto».

Le richieste

A fronte di questo episodio Donato Capece, segretario generale del Sappe, torna a sollecitare urgenti provvedimenti a tutela della polizia penitenziaria in servizio. «Sarebbe opportuno dotare al più presto la polizia penitenziaria del taser o, comunque, di altro strumento utile a difendersi dalla violenza di delinquenti che non hanno alcun rispetto delle regole e delle persone che rappresentano lo Stato - commenta -. Il personale di polizia penitenziaria è stremato dai logoranti ritmi di lavoro a causa delle violente e continue aggressioni. Ed è grave, ad esempio, che pur essendo a conoscenza delle problematiche connesse alla folta presenza di detenuti stranieri e psichiatrici, le autorità competenti non siano ancora state in grado di trovare una soluzione. Ogni giorno nelle carceri italiane, per minori e adulti, succede qualcosa, ed è quasi diventato ordinario denunciare quel che accade tra le sbarre. Così non si può andare più avanti: è uno stillicidio continuo e quotidiano. Anche la gestione dei detenuti stranieri, come quelli con problemi psichiatrici che hanno invaso le carceri dopo la chiusura degli opg (ospedali psichiatrici giudiziari, ndr), merita attenzione ed una urgente e compiuta risoluzione. Bisogna potenziare anche le espulsioni degli stranieri per fare scontare loro la pena nelle carceri dei Paesi di provenienza. Certo è che la loro presenza ha fatto aumentare il numero degli eventi critici nelle carceri».

Ultimo aggiornamento: 12:05 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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