Una ragazza di 12 anni ha denunciato di essere stata violentata nei bagni della stazione di Porta Nuova a Torino. La violenza sessuale, tuttavia, potrebbe non essere un caso isolato.
Il primo arrestato è un ventenne, ora in carcere. Davanti al Gip, Ersilia Palmieri, ha dichiarato: «È venuta lei da me. Non pensavo che avesse 12 anni. Sembrava molto più grande. Siamo andati nel bagno insieme e lo abbiamo fatto. Non l’ho mai costretta». Ma il consenso di una minore infraquattordicenne, come sottolineano gli inquirenti, non ha alcuna rilevanza giuridica.
L’intervento della Polizia ferroviaria
La vicenda risale allo scorso luglio, quando due turisti olandesi, volendo usare i bagni della stazione, li hanno trovati occupati e hanno sentito gemiti provenire dall’interno. Hanno avvisato la Polizia ferroviaria, che ha bussato alla porta. Dopo cinque minuti è uscito un ragazzo di 20 anni, subito seguito dalla 12enne, che si è giustificata: «Scusate. Chiedo scusa. Non volevo disturbare».
L’indagine è partita immediatamente. La minore è stata portata in ospedale per accertamenti, mentre il giovane è stato fermato. Nell’incidente probatorio il perito ha confermato: «La ragazzina è idonea a testimoniare. Non ha patologie. Si è esposta a un’esperienza fortemente traumatica».
La prima versione della 12enne
Quel giorno la ragazzina si trovava a casa della nonna, mentre i genitori erano al lavoro. È una studentessa delle scuole medie. Nell'ospedale Regina Margherita, la prima versione, nella quale ha raccontato agli inquirenti: «Quel pomeriggio sono uscita da casa dei nonni e sono andata a Porta Nuova per incontrare dei ragazzi che conosco. Siamo stati ai giardini e poi al centro commerciale con un ragazzo di 15 anni. Sono amici di un mio compagno di scuola. Quando sono tornata alla stazione, ho notato questo ragazzo che mi fissava. Gli ho detto di avere 13 anni. Mi ha offerto un gelato e mi ha detto che aveva 18 anni. Abbiamo fatto una passeggiata. Poi siamo andati nel bagno della stazione». Poi ha aggiunto: «I miei genitori non sanno niente dei miei rapporti sessuali».
Il secondo racconto: «Mi ha obbligata»
Tre settimane dopo, parlando con un’assistente sociale, la 12enne ha fornito una versione diversa. «Quel ragazzo mi ha obbligata a fumare marijuana. Mi ha costretta ad andare nel bagno. Mi ha obbligata a farlo con lui. Non l’ho detto subito perché avevo paura di lui».
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Per la giudice Palmieri e la pm Barbara Badellino, la minore è chiaramente «vulnerabile, sia per l’età che per l’evidente immaturità emotiva e sentimentale, oltre che sessuale».
Le tracce nel telefono
A far emergere ulteriori dettagli è stato il cellulare della ragazzina. La madre, preoccupata per il suo comportamento, lo ha controllato e ha scoperto messaggi che fanno riferimento a incontri sessuali con uomini adulti nelle app, nelle chat e in incontri dal vivo (nei bagni di un centro commerciale o di quella stazione). «Quel giorno ho lasciato mia figlia da mia madre. Non è tornata. Ho mostrato alla polizia il suo cellulare. Avevo trovato diversi messaggi dove si allude a rapporti che avrebbe avuto con adulti. Da quel giorno le ho tolto il telefono», ha raccontato.
Le indagini
La polizia adesso indaga sui profili di questi uomini che l’avrebbero adescata. «Come si concilia l’immaturità con questi atti sessuali… lei è piccolissima… sono rimasta senza parole», la domanda della legale del 20enne durante l’udienza. Il perito ha affermato: «Siamo rimasti tutti senza parole. Ma lei mi chiede un giudizio. E io non posso dare giudizi».