Oltre 580 euro lordi di aumento mensile. Ecco quanto valgono i rinnovi dei Ccnl del comparto Sanità per il periodo compreso tra il 2019 e il 2027. I numeri li ha forniti l'Aran, che oggi incontra i sindacati per tornare a discutere del contratto 2022-2024. Il Ccnl prevede 172 euro lordi al mese in più in busta paga per i 580mila lavoratori interessati dalla trattativa: infermieri, tecnici e personale non dirigente.
Gli aumenti ai raggi X
Più nel dettaglio, la firma del contratto 2022-2024 porterà a un incremento degli stipendi pari in media a 145 euro lordi al mese, a cui vanno sommati i 5,52 euro lordi di aumento legati al superamento del limite di crescita dei trattamenti accessori, i 16,91 euro in più di indennità di pronto soccorso, i 3,38 euro in più di indennità di specificità infermieristica e l'aumento di 1,45 euro dell'indennità per la tutela del malato. Grazie ai tre rinnovi, quello del 2019-2021 e i successivi due ancora in fase di definizione, il valore della solo indennità di specificità infermieristica è attesa crescere del 2,5% rispetto al 2018 (sono 62 euro lordi in più al mese). L'indennità di pronto soccorso è attesa fare un balzo dell'1,07% (26,75 euro lordi in più al mese). Le distanze tra sindacati e Aran, l'agenzia che tratta i rinnovi dei contratti pubblici con le parti sociali, rimangono tuttavia profonde. Si va verso una nuova fumata nera. Finora Cgil, Uil e Nursing Up hanno detto no all'intesa perché ritengono insufficienti le risorse messe in campo dal governo. «Non bastano a recuperare l'inflazione degli ultimi anni», così il fronte del no. Il quadro delle risorse disponibili per il rinnovo del Ccnl della Sanità è stato definito in 1,784 miliardi di euro. Per il 2022-2024 lo stipendio tabellare rappresenta il 78% dell’incremento totale, mentre le indennità specifiche (specificità infermieristica e pronto soccorso) costituiscono il 13% dell’aumento complessivo, ha chiarito sempre l'Aran.
Conto alla rovescia
La trattativa è seguita con attenzione dal ministro della Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, che in caso di ulteriori ritardi non esclude a questo punto di disporre gli aumenti unilateralmente, con una legge ad hoc. In occasione del Festival dell'Economia di Trento il ministro ha risposto così al Messaggero: «In assenza di sviluppi, tra un mese, un mese e mezzo al massimo, porterò la questione in Consiglio dei ministri». La bozza di contratto in discussione prevede una serie di benefici di natura non economica che in questo modo andrebbero però persi. Tra questi il supporto psicologico per gli infermieri che subiscono aggressioni nello svolgimento della loro attività, la riduzione del numero e della durata dei turni e l’esenzione dai turni notturni e dalla pronta disponibilità per il personale più anziano. Ecco perché il titolare della Funzione pubblica parla di «extrema ratio». C'è tempo fino a luglio per raggiungere un'intesa, dopodiché gli aumenti al personale della Sanità non potranno essere riconosciuti prima del 2026, ha spiegato sempre Zangrillo, sottolineando che con un simile slittamento si incaglierebbe tutto il meccanismo concepito dal governo per dare continuità ai contratti del pubblico impiego.