«Capisci che se tutto questo diventa pubblico e quindi lunedì arriva a Falsissimo è un problema?». Non sono bastati i 40 messaggi ricevuti tra l'11 e il 12 luglio da un numero spagnolo (non ancora identificato) a piegare Raoul Bova. L'attore è andato direttamente dalla polizia postale a denunciare il ricatto e ora il botta e risposta con il suo taglieggiatore sono al centro dell'inchiesta della Procura di Roma per estorsione, che deve far luce sul ruolo di Martina Ceretti, Federico Monzino e Fabrizio Corona.
In attesa di fare luce sulla vera dinamica del triangolo - e sulla possibilità che si tratti di un sistema più ampio e strutturato di ricatto ai vip - ecco i testi delle chat riportati da La Repubblica.
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Le chat con il ricattatore
«Non è che voglio estorcerti dei soldi», scrive il ricattatore.
«A me sembra proprio così», risponde Bova.
Il taglieggiatore fa intendere quindi che se non riceverà un «regalo» da parte dell'attora diffonderà il materiale che ha ricevuto.
Ricattatore: «Capisci che se tutto questo diventa pubblico e quindi lunedì arriva a Falsissimo è un problema?».
Bova: «Che vuoi dire?».
R.: «Voglio dire che la stiamo tirando troppo per le lunghe.
B.: «Venirmi incontro? Cosa significa?».
R.: «Anche solo aiutarmi a smontare Corona e far sì che non pubblichi tutto ciò lunedì. Poi se vuoi essere gentile sta a te. Questo è materiale pesante nelle mani di Fabrizio, diventa una puntata. E te lo giuro, sono già in contatto con lui».
B.: «Io non sono più in una relazione da tempo, quindi non è una cosa che crea disastro».
R.: «Eh ma sai, diventa un casino...».
B.: «È un reato quello che stai facendo e io non cedo a nessun ricatto».