Mestre, polemica sulla nuova "moschea". I residenti: «Vogliamo vedere le autorizzazioni e più controlli dalle forze dell'ordine»

Martedì 9 Maggio 2023 di Fulvio Fenzo
Mestre, polemica sulla nuova "moschea". I residenti: «Vogliamo vedere le autorizzazioni e più controlli dalle forze dell'ordine»

MESTRE - Vogliono andare fino in fondo, cioé capire, intanto, se quel Centro culturale islamico - e già luogo di preghiera - ha tutte le autorizzazione necessarie nonostante si trovi in un ex supermercato sotto alle loro case. E poi chiedono controlli da parte delle forze dell'ordine. L'assemblea degli oltre 60 condomini dell'ex residence tra via Piave e via De Amicis, ieri sera nella sede dell'amministratore in corso del Popolo, è stata più che mai unita per chiedere di fare luce sui permessi e le attività avviate negli 800 metri quadri un tempo occupati dal Pam.

IL NODO

Antonino Paladino, amministratore del condominio, venerdì scorso aveva incontrato Abdullah Somrat, il 27enne di origine bengalese, responsabile del Centro islamico che si è trasferito da via Dante a via Piave: «Dicono di avere tutte le autorizzazioni rilasciate dal Comune e che, trattandosi di un centro culturale, non ci sarebbero problemi con la destinazione d'uso commerciale dell'ex supermercato. Io gli ho consegnato il regolamento condominiale e chiesto il rispetto del decoro, perché tutto deve essere in linea con una zona che, prima di tutto, è residenziale». In Comune, dunque, sarebbero già state depositate da tempo le comunicazioni del trasferimento di quello che, in via Dante, era prima di tutto un Caf, un centro di assistenza fiscale gestito dalla comunità bengalese, oltre ad una "madrasa", cioè un istituto d'istruzione media e superiore per le scienze giuridico-religiose musulmane, nelle quali si insegna il Corano.
Da Ca' Farsetti - dove finora si è mantenuto un profilo decisamente basso rispetto alla vicenda della "moschea" - fanno sapere che la situazione viene monitorata e che le autorizzazioni eventualmente concesse sarebbero relative alla domanda che era stata inoltrata.

E cioé, se si parla di un Caf o di un centro culturale, gli uffici non possono evitare di concedere i permessi. Cosa ben diversa se avessero chiesto di aprire un centro di preghiera, autorizzazione che, a questo punto, sarebbe stata subito negata. «Tutto dipenderà da cosa faranno successivamente - spiegano dal condominio di via Piave -. In questo momento sicuramente c'è il timore che verranno tutti a pregare sotto casa nostra, ma dobbiamo aspettare e vedere cosa succederà. Appena avremo fatto chiarezza sui permessi verrà convocata una nuova assemblea condominiale». Del resto il confine tra "scuola di preghiera" e "centro di preghiera" è sottilissimo, anche se è chiaro che, viste le decine di paia di scarpe lasciate già ora all'entrata dell'ex supermercato a certe ore («e anche di sera ben dopo le 21» sottolinea un residente), qualche implorazione ad Allah viene ora lanciata anche da via Piave 17.

L'ARRIVO DEL PATRIARCA

«Siamo ormai in una realtà multireligiosa, e questa comunità chiede aprire spazi e luoghi di preghiera - commenta don Marco Scaggiante, parroco della chiesa di via Piave che, proprio in questo fine settimana, accoglierà la visita pastorale del patriarca Francesco Moraglia -. Anche noi abbiamo saputo di questa apertura dal Gazzettino ma, appunto, la situazione è questa. I nostri problemi sono altri, con le nostre segnalazioni sulla sicurezza, lo spaccio che continua in strada, forse perché è un po' calata la presenza delle forze dell'ordine». E il Consiglio pastorale ha inviato alcune domande al patriarca per l'incontro di sabato, proprio sulla realtà quotidiana di chi deve tendere una mano e lottare contro il degrado.

Video

© RIPRODUZIONE RISERVATA

PIEMME

CONCESSIONARIA DI PUBBLICITÁ

www.piemmemedia.it
Per la pubblicità su questo sito, contattaci