Venezia, il presidente e commissario del porto Di Blasio: «Crociere, tempi rispettati: basta
con falsità e accuse inaccettabili»

Domenica 24 Marzo 2024 di Davide Scalzotto
Fulvio Lino Di Blasio

VENEZIA - «Inaccettabile, lo evidenzi pure». Fulvio Lino Di Blasio, Commissario alle crociere e presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare Adriatico Settentrionale (in pratica dei porti di Venezia e Chioggia) lo dice senza mezze misure. Non gli è piaciuto il modo in cui, nell’ultima settimana, è stato criticato sul tema delle crociere da VTP (Venezia Terminal Passeggeri, la società che ha in concessione gli attracchi delle navi) e dalle compagnie di crociera. Vicenda articolata che si può riassumere così: VTP (partecipata da privati come alcune delle principali compagnie di crociera e Save, ma anche da enti pubblici come Camera di Commercio e Veneto Sviluppo, società della Regione) ha la concessione in scadenza e ha chiesto un indennizzo di 50 milioni per il calo dei traffici dovuto agli effetti del decreto legge 103 del 2021, che regola le crociere e detta i tempi per i nuovi approdi in laguna.

Lo stesso decreto ha fissato la realizzazione di una serie di interventi per contemperare la salvaguardia di Venezia e della laguna con un settore importante come il traffico navale commerciale. Interventi che, secondo VTP, compagnie di crociera e operatori portuali stanno rallentando, facendo perdere competitività al Porto, con le crociere che prendono altri lidi. Tra i rischi, anche il declassamento dello scalo veneziano a struttura di serie B, con una perdita di centralità. Ma Di Blasio non ci sta.


Commissario, cos’è che ritiene inaccettabile?
«Che chi opera in questo settore non approfondisca e non conosca la legge. Io opero secondo la legge e ad essa rispondo. E se qualcuno ha letto il decreto 103 del 2021 troverà le risposte ai propri dubbi. A quel decreto hanno concorso più ministeri: Infrastrutture, Cultura, Lavoro, Turismo, Economia e Finanze. Vengono regolamentati tempi, risorse, obiettivi».


Prima di addentrarci nei dettagli, la sorprendono queste critiche?
«Non c’è niente di sorprendente in fondo, il 103 ha stravolto il sistema croceristico e toccato interessi di una molteplicità di attori. Ora ciascuno di questi attori rivendica un proprio ruolo, proprie posizioni».


Partiamo dalla richiesta di VTP di un indennizzo.
«Lo chiedono a me, ma non sono io a doverlo o poterlo riconoscere. Le cose sono andate così. Nel 2022 VTP ha presentato un piano economico e finanziario in base al quale noi eravamo pronti a valutare la proroga della concessione per alcuni anni, anche nel rispetto della normativa UE. L’anno dopo, nel 2023, sulle base di proprie considerazioni, VTP ha modificato il piano inserendo una richiesta di indennizzo di oltre 50 milioni che l’Autorità avrebbe dovuto riconoscere in sede di riequilibrio della concessione. Ma nel riequilibrio previsto dal decreto 103 non c’è alcuna logica risarcitoria, non è previsto, non si può fare. Si tratterebbe di trovare soldi pubblici – che al momento non ci sono – o, in alternativa, di concedere la Marittima e gli attracchi gratis (o quasi) per 20 anni. È una richiesta insostenibile giuridicamente, oltre che finanziariamente per il nostro ente. Pertanto quella di riequilibrare la concessione confermando la scadenza della concessione al 2026 è stata una via obbligata, non una scelta illogica. VTP, nel frattempo, ha già ricevuto contributi dal ministero per le Infrastrutture e Trasporti per 17 milioni e ulteriori 8 milioni circa, in riduzione del canone, sono stati riconosciuti dall’Autorità in attuazione del decreto 103, oltre alla disponibilità degli approdi temporanei di Chioggia e Fusina in aggiunta alle due banchine Liguria e Lombardia».


Altro tema, i ritardi nelle procedure per attrezzare nuovi attracchi e scavare nuovi canali per le navi...
«Anche qui, chi contesta ritardi non ha letto la legge. Siamo perfettamente in linea con i tempi tecnici e le risorse stanziate. Le basti sapere che per gli interventi abbiamo già impegnato tutti i 26 milioni previsti per il triennio 2021-2023 e 5,7 milioni del 2024. Ci hanno anche imputato colpe nell’individuazione e ritardi nella realizzazione dell’attracco per crociere sul canale industriale Nord di Marghera, lato nord, dimenticando che quel sito è stato individuato dal decreto interministeriale attuativo della stessa legge (quindi senza alcuna discrezionalità per il Commissario) e che è stato necessario un progetto di fattibilità senza il quale non si poteva procedere».


E lo scavo dei canali in laguna?
«Tutto nei tempi e secondo le legge, nel rispetto delle procedure. Abbiamo anche individuato un sito per i fanghi (non rifiuti e non tossici), coinvolgendo anche il Provveditorato. E ricordo che il protocollo fanghi è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 4 luglio 2023. Abbiamo ottenuto una deroga al Piano morfologico della laguna (che, comunque, non dipende da noi) per cui tutti gli interventi fatti per i nuovi approdi delle crociere e lo scavo dei canali non devono attendere il Piano che ancora non c’è, ma basta che si attengano ai principi della Legge speciale per Venezia. Una volta fatto il Piano vi saranno già ricompresi. Insomma, noi stiamo marciando secondo la tabella e dobbiamo attenerci alle procedure, già straordinarie per legge».


La legge prevede approdi diffusi in laguna e anche a Chioggia. Non ha il timore anche lei che in attesa della realizzazione le compagnie vadano altrove, preoccupate anche dal fatto che la capacità “ricettiva” del sistema-Porto sarà ridotta in termini di passeggeri?
«Le do tre dati: nel 2021 i passeggeri furono 29.800, nel 2022 sono stati 238mila, nel 2023 abbiamo raggiungo i 552mila. Pensare di ritornare al milione e 600mila passeggeri del 2019 non esiste. Con le misure previste dal decreto 103 si potrà arrivare al massimo al milione. E del resto la logica è stata quella – come ha ricordato il vice ministro Rixi – di far coincidere la sostenibilità delle crociere con l’equilibrio della laguna e di Venezia. Di qui gli approdi diffusi, compresa Chioggia dove attualmente arrivano circa 60mila passeggeri l’anno».


Questo preoccupa le compagnie?
«Parlo spesso con le compagnie. Tutti abbiamo come obiettivo la salvaguardia del settore e tutti vogliamo fare il prima possibile, ma c’è una legge da rispettare e io devo guardare a quello e alla salvaguardia della laguna. L’equazione “meno crociere-meno indotto” non è automatica, perché dimentichiamo lo sviluppo delle crociere di lusso e il fatto che, proprio perché diffuse, le banchine daranno opportunità di lavoro diverse. Su questo ho incontrato anche i sindacati di VTP e li ho rassicurati».


C’è anche chi ha parlato di speculazioni, con hotel in Marittima, case, terreni edificabili...
«Ma stiamo scherzando? Non so in quali bàcari veneziani si siano alimentate queste falsità. Sul Canale nord, ad esempio, stiamo seguendo il testo unico sugli espropri. Ma quali speculazioni. La Marittima sarà interessata dal piano di riqualificazione del waterfront, è vero, ma non nella parte in concessione a VTP e, in generale, porterà un miglioramento della città e della vita dei cittadini».


E il porto offshore, in mare aperto?
«Non sono io che mi metto a fare i ricorsi e che ne stabilisco tempi ed esiti. Sul progetto c’è un ricorso di Duferco pendente al Consiglio di Stato, che dovrebbe decidere entro l’estate. Il vice ministro Rixi, nel frattempo, ha espresso perplessità sul terminal offshore, sia per l’impatto ambientale che per ragioni meteomarine».


In definitiva, rispetterete la scadenza del 2026 per portare a regime banchine e nuova gestione delle crociere?
«Finiremo nei tempi».


E chi teme un declassamento del Porto?
«A chi parla di Porto di serie B e della necessità di una visione, dico che stiamo partendo con i lavori per il Documento di pianificazione strategica di sistema portuale e per il Piano regolatore dei Porti di Venezia e Chioggia, fermo da decenni. Nessuna serie B, resteremo - e bene - in serie A».


E con VTP come finirà?
«Credo molto nella mediazione del vice ministro Rixi, che tengo a ringraziare per l’impegno assunto nel sentire tutte le parti per fare chiarezza e per trovare una composizione positiva della vicenda. Sono convinto che si arriverà a una soluzione perché questo vogliamo tutti».


E se non sarà così?
«Il piano B è un nuovo bando (o un avviso per manifestazioni di interesse) per trovare il gestore, a cui potrà partecipare la stessa VTP, ovviamente se lo vorrà. Ma le crociere non si fermano, e il lavoro nemmeno».


Ma come si spiega tutte queste critiche?
«Ci sono tanti interessi da contemperare e ciascuno si muove per i propri. Ma l’Opera lirica ci aiuta a capire: “La calunnia è un venticello...”. Cercare di delegittimare la pubblica amministrazione è sbagliato, se c’è la legge che fa da rifermento. Occorre, invece, sedersi al tavolo delle regole e delle buone pratiche e se c’è davvero buona volontà si può fare tutto ciò che serve alla causa. Venezia è forte e il suo porto pure. Anche questa volta ne uscirà vincitrice».

Ultimo aggiornamento: 25 Marzo, 18:11 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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