TREVISO - E' morto all’alba, nella sua casa di via Emo, Sergio Zorzi, volto noto e gentleman della Treviso che sta scomparendo. Nato nel 1928 a Silea, aveva 95 anni compiuti lo scorso settembre. Trasferitosi a Treviso sin da giovane, aveva iniziato l’attività lavorativa come garzone e a 16 anni era scappato al bombardamento del 7 aprile 1944: pochi minuti prima del raid aveva attraversato piazza dei Signori e quando gli aerei sganciarono gli ordigni si trovava in zona Fiera con il suo carretto carico di prodotti. Era riuscito a ripararsi in un tombino scoprendo poi com’era rimasta devastata la città e la zona della chiesa votiva, dove negli anni seguenti aprì il negozio. Già, perché Zorzi, dopo essere stato responsabile di un negozio di prodotti alimentari e dietetici in piazza dei Signori, iniziò la sua attività in proprio aprendo un panificio a Sant’Antonino.
IL LAVORO
Poi inaugurò un laboratorio di pasticceria proprio di fronte alla chiesa votiva assieme alla sua amata moglie Clara D’Incà scomparsa nel settembre 2017: assieme avevano formato una coppia straordinaria, non solo nella vita privata ma anche nel lavoro. Erano commercianti d’altri tempi. E in quel negozio Sergio Zorzi ha visto passare intere generazioni, registrando la trasformazione del quartiere e della città. È sempre stato ben voluto dalla clientela per la sua disponibilità, i suoi modi gentili, sempre sorridente e mai arrabbiato, un vero signore nel rapporto con le persone.
LA PASSIONE
Raggiunta l’età pensionabile ha iniziato a coltivare in maniera attiva la sua passione per la pittura oltre a continuare a sfornare pregiati dolci. Persona dal fascino raffinato, Sergio Zorzi era diventato un artista di valore esponendo in numerose mostre personali e collettive non solo a Treviso e in provincia ma anche in giro per l’Italia. Con quel tratto signorile che lo ha sempre contraddistinto ha saputo rappresentare su tela la bellezza dei paesaggi e della città. E in tema di bellezza era amante dei fiori: curava personalmente il suo giardino, come del resto faceva con l’orto, e di questo ne andava fiero. Lascia la figlia Eleonora già direttrice della filiale di Treviso della Piemme, la società che si occupava della pubblicità de Il Gazzettino, il figlio Michele, medico nel padovano, gli amati nipoti Simone e Giulia e la nuora Manuela. L’ultimo saluto giovedì alle 15.30 alla sala del commiato di Santa Bona partendo dall’obitorio del Cà Foncello alle 15.10.