PORDENONE - I medici di base responsabili della crisi dei reparti di Pronto soccorso? La soluzione nascosta nel prolungamento del loro orario di lavoro fino alle 22? Non se ne parla nemmeno. Almeno secondo il principale sindacato che rappresenta i medici di medicina generale, cioè la Fimmg.
Fanno discutere le parole pronunciate dal sindacalista del Nursind Altavilla, secondo il quale i dottori di famiglia dovrebbero prolungare il loro orario di servizio almeno fino alle 22 per sgravare i Pronto soccorso vicini al tilt. «Sulla reperibilità dei medici di base - è il primo pensiero espresso dal presidente regionale della Fimmg, Fernando Agrusti - di sicuro non può decidere il Nursind. È un tema che presenta una valenza addirittura nazionale. E per giunta - prosegue - si tratta di una soluzione che oggi non è assolutamente praticabile. I medici di base soffrono già a causa di una condizione di netto sovraccarico. Abbiamo dottori costretti a seguire più di 1.800 assistiti, e questo perché le professionalità mancano anche a noi. Ci sono colleghi che se ne vanno prima dei 65 anni e anche giovani medici che lasciano l'incarico nella medicina di base per rivolgersi altrove. Non possiamo, senza un accordo nazionale, lavorare fino alle 22».
Il ragionamento di Agrusti poi diventa più ampio: «Mi sembra riduttivo - spiega - dire che la crisi del Pronto soccorso sia legata all'impegno dei medici di medicina generale fino alle 22. Il principale problema dell'emergenza-urgenza è quello del personale.