Furti, rapine e aggressioni: la banda dei pestaggi di via Mazzini regola i conti in tribunale

Hanno spadroneggiato in città per mesi, ieri sono state concordate pene per complessivi otto anni

Giovedì 25 Aprile 2024 di C.A.
Furti, rapine e aggressioni: la banda dei pestaggi di via Mazzini regola i conti in tribunale

PORDENONE - Hanno spadroneggiato in città per mesi: furti, rapine e pestaggi. Soltanto l'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare ha messo fine a tensioni e violenze. Ieri, nell'udienza preliminare del gup Milena Granata, la "banda dei pestaggi" ha cominciato a definire il suo conto con la giustizia. In quattro hanno patteggiato.

Le difese hanno concordato le pene con il pubblico ministero Marco Faion. A Constant Gbaou, 31 anni, originario della Costa d'Avorio, la pena più alta: 2 anni 6 mesi e 600 euro di multa. È difeso dall'avvocato Laura Ferretti, come Kingsley Asiedu Afrifa, 25enne ghanese che ha patteggiato 2 anni 4 mesi e 600 euro di multa. Sono tuttora in misura cautelare in carcere. Il diciannovenne Sebastiano Ferlisi ha patteggiato 1 anno 10 mesi e 600 euro di multa (avvocati Manfredo Fiormonti e Alessandro Magaraci). Marginale la posizione di Nsingi Exuace Ndombele, congolese di 20 anni che risiede a Sacile, difeso dall'avvocato Sara Rizzardo. Il riconoscimento delle attenuanti generiche, della tenuità del fatto e della minima partecipazione ai fatti ha permesso di contenere la pena a 1 anno 4 mesi e 600 euro. Ha ottenuto la sospensione condizionale.


I RINVII A GIUDIZIO

Anche Bassati Kamagate, 20 anni, originario della Costa d'Avorio e residente a Pordenone, avrebbe potuto patteggiare. Qualche settimana fa, però, è evaso dagli arresti domiciliari. Non è stato ancora rintracciato e ieri la sua assenza ha impedito all'avvocato Nisco Bernardi di accedere a riti alternativi. È stato rinviato a giudizio. Il processo comincerà il prossimo 12 luglio. Stesso percorso per Richmond Bohaene, ghanese di 22 anni, difeso dall'avvocato Danilo De Vito.


LE CONTESTAZIONI

Gli imputati erano chiamati a rispondere, a vario titolo, di un quindicina di capi di imputazione. Per contenere la banda erano scesi in campo i carabinieri della Compagnia di Pordenone e la Polizia di Stato. Quattro sono le rapine aggravate contestate. La prima risale al 23 febbraio, quando a un immigrato gli sono stati sottratti gli auricolare della Apple in piazza Cavour: avvicinato con un "giusto, fratello" e accerchiato, è stato colpito con un violento ceffone. La seconda rapina risale al 1. aprile, in via Mazzini, quando un giovane è stato rincorso, accerchiato e derubato di un iPhone e del portafoglio con all'interno 30 euro. Il 26 aprile, per un pacchetto di sigarette, hanno picchiato fratturandogli le mani (30 giorni di prognosi) un giovane immigrato in via Mazzini. Infine la quarta rapina è del 27 marzo, a un mini market dove hanno prelevato bottiglie di birra minacciando di morte il titolare, sfidato proprio con una delle bottiglie. Al 1. aprile risale un episodio estorsivo nei confronti del ragazzo a cui erano stati rapinati gli auricolari: «Se li rivuoi indietro porta domani 30 euro». Uno dei luoghi più frequentati dalla banda era il supermercato Pam di corso Garibaldi, dove hanno sottratto varie bevande dagli scaffali, birre comprese. Tre sono le denunce di furto presentate dal responsabile dell'attività commerciale. Odioso l'episodio del 23 febbraio all'esterno del ristorante Sushi di via Beato Odorico, dove la banda ha tentato di strappare la borsa a una cliente che stava chiacchierando vicino all'ingresso con alcuni amici. Le hanno strattonato con tale forza la cinghia della borsa da procurarle una contusione al gomito. Un altro furto è stato commesso il 21 aprile nel negozio di telefonia di via Mazzini. Infine, vi è un'imputazione per un pestaggio del 27 marzo (7 giorni di prognosi per un pugno in faccia).

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