Omicidio di Villafranca, Michael Boschetto è morto dissanguato: le verità dell'autopsia. Giacomo Friso, coca e alcol prima del delitto

Sul palmo della mano sinistra e anche sul volto aveva segni di tagli perché ha tentato fino alla fine di difendersi

Sabato 4 Maggio 2024 di Marco Aldighieri
Omicidio di Villafranca

VILLAFRANCA (PADOVA) - Michael Boschetto è morto dissanguato. È quanto emerso dall'autopsia sul corpo dell'operaio effettuata dal medico legale Rossella Snenghi, su ordine del pubblico ministero Benedetto Roberti titolare delle indagini. Giacomo Friso, in carcere con l'accusa di omicidio volontario premeditato, ha sferrato la coltellata fatale contro il suo amico-nemico, dal basso verso l'alto sulla parte sinistra del busto all'altezza della settima costola. La doppia lama del coltello da cucina, lunga 32 centimetri, ha perforato da parte a parte il polmone della vittima danneggiando in maniera irreparabile tessuti e vasi sanguigni. Michael è stato trovato dalla sua compagna, in una pozza di sangue vicino all'entrata della veranda della villetta di via Gomiero intorno alle sei, e secondo una prima ricostruzione dei fatti sarebbe stato ferito alle 5.39.

Il decesso è avvenuto un'ora più tardi, alle 6.39 di sabato.


LA DIFESA
L'operaio, così come riscontrato dall'esame autoptico, presentava segni da taglio sul palmo della mano sinistra e sul volto vicino allo zigomo sinistro. Michael, fino alla fine, ha tentato di difendersi dalla furia omicida di Friso. Poi il rivale ha sferrato la coltellata fatale. L'assassino, nell'aggredire il rivale, ha riportato una serie di lesioni: la frattura della mandibola, la deviazione del setto nasale e la frattura di una costola.


L'autopsia ha anche dimostrato come il corpo di Michael non sia stato trascinato. La vittima è caduta davanti all'uscio della veranda dove è stata raggiunta dalla pugnalata mortale. L'operaio, non ha avuto nemmeno la forza di fare qualche metro per provare a chiedere aiuto. Intanto Friso, dopo la coltellata letale, è fuggito e si è nascosto dietro a una siepe. Un agente fuori servizio, vicino di casa dei due ragazzi, lo ha visto e gli ha intimato di fermarsi e lui ha gridato «...Scusa ma devo scappare via...».


I PRECEDENTI
Il movente del delitto è da ricercare nei conflitti per la droga avvenuti negli anni passati tra i due giovani. Se Michael era riuscito a rifarsi una vita e a trovare un impiego, Friso invece c'è ancora dentro fino al collo.

Per sua stessa ammissione la sera dell'omicidio ha sniffato cocaina e si è ubriacato

Il 15 di aprile è scappato da una comunità di recupero in provincia di Vicenza. Ma i due, da quando erano piccoli, litigavano. Con il trascorrere del tempo la situazione però è degenerata. Diversi testimoni, sentiti dai carabinieri, hanno raccontato di quando i due si minacciavano: Giacomo impugnando un coltello e Michael una pistola ad aria compressa. E poi c'è l'episodio del 6 dicembre del 2020, con tanto di intervento di una pattuglia del 112.


Nell'occasione a chiamare i militari è stato Friso. Ai carabinieri ha raccontato che mentre era a casa con gli amici a sniffare cocaina, Michael gli ha suonato il campanello e quando lui ha aperto la porta è stato riempito di botte. Tuttavia Friso non è ricorso alle cure del pronto soccorso e non ha presentato denuncia.

Ultimo aggiornamento: 5 Maggio, 11:28 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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