Sconvolto lo zio dell'assassino: «Infanzia difficile, gli è mancata la figura del padre»

Lunedì 29 Aprile 2024 di Luisa Morbiato
La casa dello zio di Friso

VILLAFRANCA PADOVANA - La villetta dove vivono gli zii di Giacomo Friso è appena fuori dal centro di Villafranca. A raccontare la vita piena di vicissitudini del nipote è lo zio Paolo Zerin. Parla con voce pacata, a tratti incredula. Ma è ovviamente stravolto. 
 

Potete ricostruire le ultime ore?
«I carabinieri ci hanno suonato il campanello e ci hanno messo al corrente di quanto era accaduto. Siamo rimasti impietriti, siamo gli unici parenti di Giacomo. Il suo unico punto di riferimento». 
 

Che rapporto avevate?
«Con noi si è sempre comportato in modo tranquillo. Abbiamo sempre cercato di aiutarlo ma non viveva con noi. Abitava ormai da solo nella casa dove è cresciuto con la mamma e la nonna». 
 

Prima la morte della mamma e poi quella della nonna, fino a trovarsi solo. 
«Noi per quanto possibile abbiamo sempre cercato di stargli vicino. Siamo convinti che a Giacomo sia mancata la figura del padre e questo ha creato dei problemi. Mia cognata ci raccontava che anche da piccolo nostro nipote aveva tanti problemi, la sua infanzia è stata molto difficile. Ripeto: forse la mancanza di un padre in casa ha influenzato la sua crescita e il suo carattere». 
 

Come interpretate ciò che è successo?
«Quando i carabinieri ci hanno comunicato la notizia non sapevamo davvero cosa dire o cosa pensare. Nostro nipote era stato anche in comunità. Sapevamo che il carattere e il comportamento di Giacomo erano difficili, ma non aveva mai avuto esplosioni di violenza. Non riusciamo a capire cosa possa essere accaduto negli ultimi giorni per arrivare a questo punto».
 

Cercava un lavoro dopo il periodo in comunità?
«Giacomo non ha proseguito gli studi, si è fermato alla terza media e poi ha fatto diversi lavoretti. Era iscritto ad un'agenzia interinale di Limena e trovava diversi lavori temporanei come per esempio quelli per sostituire operai nel periodo delle ferie. Ha lavorato anche per un lungo periodo come corriere ma poi ad un controllo gli hanno ritirato la patente e dopo qualche mese gli è arrivata la lettera di licenziamento».
 

Nessuno si era lamentato con voi per i suoi comportamenti sopra le righe?
«Nessuno si è mai lamentato con noi dicendo che aggrediva le persone fisicamente, nessuno ci ha mai detto che mettesse la mani addosso a qualcuno. Le lamentele che ci arrivavano riguardavano il suo bere troppo, ma non ha mai avuto atteggiamenti o reazioni violente nel corso degli anni. Certo questi ultimi giorni erano diversi ma non riusciamo a spiegarci perché fosse arrivato a questo punto...». 
 

Che rapporto aveva con la vittima?
«Con Michael erano vicini di casa. Forse c'era tra loro qualche motivo di dissidio, qualche ruggine del passato. Non sappiamo bene cosa abbia scatenato Giacomo per faro arrivare a quell'esplosione di violenza. Aspettiamo anche noi di capire le motivazioni». 
 

Ultimo aggiornamento: 17:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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