Tutankhamon, nella tomba un “antifurto” a base di uranio radioattivo: svelato il segreto della maledizione

Un nuovo studio rivela cosa provocò la morte dell’archeologo inglese Howard Carter e delle altre persone che nel 1922 aprirono la tomba del faraone

Sabato 4 Maggio 2024 di Laura Larcan
Tutankhamon, nella tomba un “antifurto” a base di uranio radioattivo: svelato il segreto della maledizione

Fu la prima persona ad entrare nella tomba di Tutankhamon nel novembre del 1922. In quel momento Howard Carter, l’archeologo ed egittologo londinese, scriveva una pagina di storia, rivelando all’umanità il monumento funerario del giovane leggendario faraone, con un tesoro di rara suggestione, perfettamente conservato e inviolato, raro esempio in tutta la Valle dei Re. Una fama mondiale, consumata nel giro di diciassette anni, quando morirà nel 1939 a 65 anni devastato dal linfoma di Hodgkin. Un destino su cui aleggia da sempre lo spettro dell’ipotetica “maledizione di Tutankhamon”, implacabile su tutti coloro che avevano profanato la sua tomba sigillata oltre 3000 anni fa...Verità, forza soprannaturale, fake news dell’epoca alimentate ad arte, casualità, la letteratura sul tema è vastissima, anche perché il destino di una morte insolita (seppur distribuita in anni diversi) ha accomunato tutte le oltre venti persone che storicamente hanno presenziato all’apertura della tomba del faraone della XVIII dinastia.

In quel novembre di oltre cento anni fa.

LA RIVELAZIONE

Tanto per dare un’idea, sei delle 26 persone presenti all'apertura della tomba morirono entro un decennio per avvelenamento, ictus, diabete, insufficienza cardiaca, polmonite, malaria ed esposizione ai raggi X. Ora la scienza potrebbe far luce sul mito. Sarebbe stata l'esposizione a sostanze fortemente radioattive ad aver causato i tumori. Lo rivela un nuovo rivoluzionario studio pubblicato sul Journal of Scientific Exploration, firmato dal ricercatore Ross Fellowes, che spiega quale sarebbe la vera causa delle morti: il contatto con una “torta” di uranio giallo radioattivo. Tutto sarebbe legato ad un motivo biologico, con l'avvelenamento da radiazioni emesse da elementi naturali contenenti uranio e rifiuti tossici che erano stati deliberatamente collocati all'interno del caveau funerario sigillato dagli antichi Egizi. Una sorta di antifurto congegnato dagli stessi Egizi. La rivelazione è quanto mai opportuna, visto che il prossimo 9 maggio ricorre il 150esimo anniversario della nascita di Howard Carter, l’appassionato ricercatore, ultimo di undici figli, cresciuto nelle campagne del Norfolk, dove l’aria era più salubre e adatta alla sua salute cagionevole, e che da giovanissimo (aveva 17 anni) lasciò l’Inghilterra per approdare sulle sponde del Nilo, reclutato dall’Egypt Exploration Fund, un’associazione filantropica fondata dalla romanziera Amelia Edwars.

L’IMPRESA DI LUXOR

Le sue prime imprese coinvolsero la città di Amarna, nel Medio Egitto, fondata da Akhenaton, il faraone che introdusse il culto di un unico dio, e città natale del figlio Tutankhamon. Ma la sua vera svolta si ebbe anni dopo, quando nel 1908 lord George Herbert, quinto conte di Carnarvon, giunse a Luxor, forte di una concessione di scavo strategica (e preziosa) nella Valle dei Re. Lord Carnarvon divenne così il mecenate di Carter. E fu lui a seguirlo al momento dell’apertura della tomba. Non senza scontare le conseguenze di quella sublime passeggiata tra i tesori inestimabili concepiti per il viaggio dei reali nell’aldilà, morendo nel giro di poche settimane con una diagnosi incerta di avvelenamento del sangue e polmonite. Nel frattempo, la sua équipe aveva scoperto la maschera d’oro del faraone. Seguiranno, poi, cinquemila oggetti, tra cui scarpe funerarie in oro massiccio, statue, mummie, giochi e animali fantastici. Sembra che gli archeologi impiegarono dieci anni per indagare e recuperare tutti i reperti conservati ad alimentare il mito di Tutankhamon, faraone bambino, salito al trono intorno ai nove o dieci anni, per regnare tra il 1332 a.C. e il 1323 a.C., morendo a 18 anni avvolto dal mistero. Forse anche lui, fisicamente imperfetto (come ha dimostrato una recente ricostruzione del viso e del corpo), fragile di salute, per quella sua discendenza ipoteticamente consanguinea: suo padre, Akhenaton, e sua madre, Nefertiti, sarebbero stati fratello e sorella.

LA FORZA DELLE TOSSINE

Le nuove indagini, dunque, rileggono la “maledizione di Tutankhamon”, tema da sempre al centro di un dibattito. Le ultime ipotesi, rilanciate anche dal famoso egittologo Zahi Hawas, imputavano le cause delle morti a batteri presenti nella tomba. Ora, il nuovo studio spiega che la polvere di uranio gialla è stata lasciata nelle tombe come «eredità di rifiuti pericolosi». Si ipotizza che coloro che costruirono i monumenti funerari conoscessero le qualità delle tossine, spiegando così la natura della profezia lasciata spesso tramandata su iscrizioni funerarie: «coloro che romperanno questa tomba incontreranno la morte per una malattia che nessun medico può interpretare».

IL RADON

La teoria dimostra che la tomba era sì, beffardamente "maledetta", ma in modo deliberatamente biologico, e non soprannaturale. «Il livello di radiazioni all'interno della tomba di Tutankhamon è così alto - si legge nello studio - che chiunque ne fosse entrato in contatto avrebbe potuto anche sviluppare malattie da radiazioni». E non è un caso isolato. Lo studio rivela che livelli di radiazioni insolitamente elevati sono stati documentati nelle rovine dei monumenti funerari dell’Antico Regno. Da Giza a Saqqara, i contatori Geiger hanno rilevato il gas radioattivo radon in diverse tombe. Pensare che migliaia di vasi scavati sotto la Piramide a gradoni di Djoser negli anni '60 contenevano fino a 200 tonnellate di sostanze che devono ancora essere identificate.

Ultimo aggiornamento: 5 Maggio, 13:42 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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