Sophia Loren, 90 anni di sogni, film e magie: New York la celebra dal 7 giugno

Cadranno il 20 settembre prossimo e già partono le celebrazioni. Dal 7 al 13 giugno Cinecittà presenterà al Lincoln Center di New York Sophia Loren: la signora di Napoli, una retrospettiva di 13 film dell’attrice a cura di Florence Almozini, Tyler Wilson, Paola Ruggiero, Camilla Cormanni e Marco Cicala

giovedì 30 maggio 2024 di Gloria Satta
Sophia Loren, 90 anni di sogni, film e magie: il Lincoln Center di New York dal 7giugno celebra (in anticipo) il compleanno dell’attrice
Diva dei due mondi, madre mediterranea, simbolo tanto del talento quanto del riscatto sociale e dell’autodeterminazione femminile in era pre-femminista, espressione intramontabile dell’italianità da esportazione come la Ferrari, Verdi, la pizza: da oltre un sessantennio Sophia Loren è un mito globale capace di resistere al tempo, alle mode, alle trasformazioni del cinema e dello star system. 

Il suo segreto? «Sono sempre stata una persona semplice, aperta alle cose belle. Quelle brutte cerco di dimenticarle e di andare avanti», spiega l’attrice che si è sempre divisa tra la carriera, portata avanti con una disciplina ”militare” (a letto prestissimo, niente stravizi, mai un capriccio) e la famiglia: quella famiglia che, figlia di una ragazza madre, lei non aveva avuto da giovane ma avrebbe poi costruito, e tenacemente tenuta unita, con il marito Carlo Ponti e i due figli Carlo jr. e Edoardo: «È questo il mio successo più grande», ha sempre affermato. Ieri le dive del cinema rappresentavano l’unico modello di bellezza e successo, oggi ad ispirare le masse sono le influencer milionarie. Ma Sophia (nata Sofia, nome poi americanizzato) è sempre Sophia e il mondo intero è pronto a celebrare i suoi 90 anni: cadranno il 20 settembre prossimo e già partono le celebrazioni. Dal 7 al 13 giugno Cinecittà presenterà al Lincoln Center di New York Sophia Loren: la signora di Napoli, una retrospettiva di 13 film dell’attrice a cura di Florence Almozini, Tyler Wilson, Paola Ruggiero, Camilla Cormanni e Marco Cicala.

I film, che esprimono le mille facce del talento della Loren, saranno presentati dal figlio 51enne Edoardo, regista, che nel 2020 ha diretto la celebre mamma in La vita davanti a sé, la sua ultima, struggente interpretazione cinematografica. Nella lista spiccano Peccato che sia una canaglia di Alessandro Blasetti appena restaurato, La Ciociara di Vittorio De Sica (che nel 1960 procurò a Sofia il primo Oscar, il secondo sarebbe arrivato nel 1991 per l’insieme della carriera), Una giornata particolare di Ettore Scola, e poi Ieri oggi e domani, Matrimonio all’italiana di De Sica, Pret-à-porter di Robert Altman, tutti interpretati con complicità e ironia in coppia con il partner di una vita Marcello Mastroianni, Miseria e nobiltà di Mario Mattoli, La contessa di Hong Kong di Charlie Chaplin. «È un privilegio rappresentare la mia famiglia al Lincoln Center», dice Edoardo, pronto a raccogliere a New York le ovazioni al posto di Sophia che non se la sentirà di attraversare l’oceano, sebbene ristabilita dall’operazione al femore subita otto mesi fa in seguito a una caduta. Probabilmente l’attrice prenderà parte, in autunno, all’apertura della rassegna all’Academy Museum di Los Angeles. «È un privilegio onorare l’eredità di mia madre che rimane un'icona del cinema italiano e globale», continua Edoardo, «questa prima storica retrospettiva farà riflettere sulla sua straordinaria carriera. Sono orgoglioso che La vita davanti a sé la inauguri: il film ha un significato profondo, rappresenta un tributo all’eredità duratura di mia madre». Per Chiara Sbarigia, presidente di Cinecittà, la Loren «ha messo la bellezza al servizio della sua immensa bravura e ha rappresentato un modello di femminilità unico, capace di ispirare milioni di spettatori. Cinecittà intende raccontare, attraverso i suoi film, la storia di un mito intramontabile che valorizza nel mondo la grande forza del cinema italiano. Il nome di Sophia apre tutte le porte: a livello internazionale, non ha eguali».

Sophia diventò attrice per riscattare l’infanzia poverissima vissuta a Pozzuoli con la madre Romilda Villani, ragazza madre di due figlie che il padre Riccardo Scicolone, sposato con un’altra, accettò di riconoscere tardivamente. All’altra figlia Maria, addirittura, diede il cognome solo in cambio dei soldi ricevuti dall’attrice ormai ricca e famosa. Negli anni Cinquanta è l’impavida Romilda a portare a Roma Sophia, «così bella da far resuscitare i morti», in cerca di comparsate a Cinecittà: c’è anche Maria e le tre donne, esempio di determinazione, autosufficienza e combattività femminile, vanno all’avventura senza soldi né appoggi. Arrivano i primi ingaggi: Romilda, «cuore d’acciaio e faccia di bronzo», convince il regista Melvin Le Roy a prendere Sophia come comparsa in Quo vadis?, poi ecco le particine, i ruoli veri, la fama, l’Oscar, i corteggiatori illustri come Cary Grant che, rimasto folgorato sul set di Un marito per Cinzia, vorrebbe impalmarla. Ma lei rifiuta perché non vuole perdere Ponti che ha già avuto una moglie e, per non essere accusato di bigamia nell’Italia pre-divorzio, nel 1957 sposa l’attrice in Messico per procura.

Il mito della Loren si consolida e non verrà scalfito nemmeno dai 17 giorni passati dall’attrice in carcere a Caserta nel 1982 (lei dice «in ospedale») tra ladre, spacciatrici, assassine con l’accusa di aver evaso le tasse: verrà riabilitata nel 2013 e parlerà di «miracolo della giustizia». Ma il vero miracolo della sua vita è essere diventata Sophia: «Ho vissuto una favola e ogni giorni ringrazio il cielo». 
© RIPRODUZIONE RISERVATA