Angelina Jolie: «Io come la Callas, vulnerabile e tenera. ​Con lei condivido l'amore per la solitudine»

Angelina Jolie ha presentato al Lido il film in cui recita nel ruolo della soprano

venerdì 30 agosto 2024 di Gloria Satta
Angelina Jolie, 49 anni

I lunghi capelli sciolti, una rondine tatuata sul petto, le mani posate in grembo come una regina e gli occhi che a tratti si inumidiscono per la commozione, Angelina Jolie porta la sua Callas straziante al Lido, dove domenica prossima sbarcherà anche l’ex marito Brad Pitt con il film Wolfs. Ma i due, tuttora in lite, non s’incontreranno. Intanto Jolie si prende la scena come protagonista di Maria, il colossale bio-pic di Pablo Larraìn prodotto da The Apartment (Fremantle) e atteso in sala il 1° gennaio prossimo con 01 Distribution. Animando un fuoriprogramma, sul red carpet l’attrice s’inginocchia per un minuto accanto al lettino di un ragazzo malato. Sullo schermo invece interpreta con tutto il tormento possibile il grande soprano nella fase terminale della sua vita. Siamo nel 1977: morto il grande amore, il nababbo Onassis che avrebbe poi sposato Jackie Kennedy, Maria è rimasta sola nel lussuoso appartamento di Parigi e si dibatte tra ricordi, rimpianti, allucinazioni, in preda ai sedativi che la sorella (Valeria Golino) le spedisce segretamente. Sogna di tornare in scena ma non ha più la voce di una volta e tutti l’hanno abbandonata: a prendersi cura di lei sono rimasti solo i devoti domestici interpretati da Pierfrancesco Favino e Alba Rohrwacher.

Jolie canta dal vivo Casta Diva e le altre arie che resero mitica la Callas.

Come ha imparato?
«Ho preso lezioni di canto per sette mesi, chiusa con il maestro in una stanzetta, ma ho studiato anche alla Scala. Ho ascoltato poi le registrazioni delle lezioni di Maria stessa, un vero privilegio. All’inizio ero nervosissima, nessuno poteva assistere alle prove all’infuori dei miei figli. Avevo il terrore di profanare la memoria di Maria, deludendo i suoi fan e i melomani che l’hanno sempre adorata».

Ha sempre amato la lirica?
«Ho imparato a conoscerla tardi. Da ragazza ero un tipo punk e amavo la musica dei Clash. Continuo ad ascoltare quel gruppo, ma ho cominciato ad apprezzare la classica che può offrire le risposte ai momenti più intensi della vita, ha le note giuste per rispecchiare sia la disperazione sia l’amore».

Cosa pensa di avere in comune con la Callas?
«Non vorrei parlare troppo della mia intimità ma, senza osare paragonarmi a Maria, penso di condividere con lei la vulnerabilità. Anche la solitudine, una certa dose di tenerezza, il rigore e la disciplina che metto nel mio lavoro».

Che sentimenti ha provato sul set ripercorrendo le vicende di Maria e indossando i suoi meravigliosi vestiti, le sue pellicce, i suoi gioielli?
«Ho provato mille emozioni. Ho avuto l’onore di collegarmi alla sua vita, condividere la sua solitudine e apprezzare la sua passione per il lavoro. In poche parole, ho imparato a volerle bene. Di fronte a lei, man mano che entravo nel suo mondo approfondendo la sua storia e imparando a cantare, mi sono sentita tanto più piccola rispetto alla sua grandezza».

 

Perché negli ultimi anni si è vista poco ai festival?
«Ho preferito passare più tempo a casa con i figli, ma questo non mi ha impedito di sviluppare una gratitudine ancora maggiore per il fatto di essere attrice».

Pensa che per il ruolo di Maria riceverà la nomination all’Oscar?
«Non mi interessa sapere se sono stata così brava da arrivare all’Oscar. Mi preoccupa di più non deludere i fan della Callas o, peggio ancora, tradire il suo retaggio». 

Ultimo aggiornamento: 11:03 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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