VENEZIA - «Possiamo considerare la zona rossa come una delle opzioni per la Mostra del Cinema».
LA SOLUZIONE
Pellos non ha escluso la soluzione, ma ci ha tenuto a ricordare che con il termine ci si riferisce semplicemente a zone vietate a soggetti pericolosi con precedenti penali, dove i controlli sono intensificati: «Per il Redentore le zone rosse hanno funzionato bene. È uno strumento adeguato, che riteniamo debba essere utilizzato a seconda del momento e della conflittualità che dobbiamo affrontare. Pensiamo che sarà uno dei temi di discussione con l'amministrazione comunale per la Mostra del Cinema. Vorrei però chiarire che è una strategia che serve soltanto per allontanare coloro che con i loro comportamenti e i loro precedenti impediscono la regolare fruizione dell'evento. È da considerare come una protezione e non come denigrazione».
SPACCIO E BORSEGGI
Non solo le zone rosse, ma anche lo spaccio e i borseggi sono due temi caldi a Venezia, su cui pochi giorni fa è intervenuto il Questore Gaetano Bonaccorso. Anche per Pellos si tratta di due fra i problemi più importanti da affrontare in questo momento: «La presenza dello spaccio di sostanze stupefacenti non può essere qualificata come microcriminalità, ma come una parte di un sistema criminale molto più articolato, in cui lo spacciatore finale è l'anello più debole, ma strettamente collegato con il traffico internazionale ha spiegato . Dobbiamo considerare tutta la catena. Certamente Venezia in termini di sequestri è un luogo di rinvenimenti piuttosto significativo, ma questo non vuol dire necessariamente che lo sia sotto il profilo dello spaccio e, anzi, è una dimostrazione che l'attività di prevenzione è abbastanza efficace».
I borseggi, invece, si stanno addirittura evolvendo: «Quest'anno registriamo minori furti con strappo, mentre i borseggi mantengono un trend elevato e le truffe agli anziani sono in aumento. In particolare, i comportamenti dei borseggiatori sono in evoluzione e sembra che si debba pensare a delle risposte sempre più adeguate sotto diversi punti di vista, compreso quello normativo. In questo momento vediamo una maggiore aggressività di alcuni gruppi, che deve essere contenuta. Non spetta però a noi valutare l'aspetto normativo. Noi abbiamo presente che questa situazione con gli strumenti attuali facciamo fatica a gestirla». È proprio l'aspetto normativo che non lascia spazio a dubbi riguardo alla questione delle capannine degli Alberoni: «Penso che in settimana faremo l'incontro richiesto dal Comune alla Prefetture per la questione delle capannine ha aggiunto . Su questa questione non credo di poter dare una risposta che non sia corrispondente alla normativa. Bisogna sempre rispettare le norme e se ci sono delle situazioni anomale dal punto di vista normativo devono essere affrontate con le leggi. Bisogna vedere caso per caso, ma l'unica risposta che può dare lo Stato è quella della legge».