Obiezione di coscienza, il presidente dell'Ordine Filippo Crimi: «Oggi la legge garantisce i diritti di tutte le parti»

«Ricordiamo sempre che ci sono due vite e il medico parte dal presupposto che non deve danneggiare la vita umana»

lunedì 7 luglio 2025 di Silvia Moranduzzo
Obiezione di coscienza, il presidente dell'Ordine Filippo Crimi: «Oggi la legge garantisce i diritti di tutte le parti»

PADOVA - «La legge 194 del 1978 è molto chiara e garantisce i diritti di tutti. Certo, Ulss e Regioni devono garantire le interruzioni volontarie di gravidanza gestendo al meglio i turni». Filippo Crimi, presidente dell'Ordine dei medici di Padova, pone l'accento sulla questione organizzativa. «Ricordo, inoltre, che l'obiezione di coscienza riguarda solo l'intervento ma c'è anche tutta una fase pre e post operatoria in cui la paziente va seguita passo passo».

Dottor Crimi, nel Padovano oltre il 60% dei ginecologi è obiettore: può esserci un problema?
«Con percentuali tra il 40 e il 60 credo si possa garantire un servizio continuativo.

Ci può essere un aggravio nelle piccole strutture ma dai dati che mi riporta la situazione a Padova sembra gestibile».

I sindacati segnalano che i non obiettori si ritrovano oberati di Ivg.
«Bisogna evitare che i non obiettori si occupino solo di Ivg. Anche i medici sono persone, hanno una loro sensibilità, non è facile nemmeno per noi procedere con un aborto. Lo si fa perché si vuole garantire il diritto alla paziente di ricevere tutte le cure del caso ma è chiaro che se si fa solo quello perché nella struttura la maggioranza dei colleghi è obiettore non va bene, il peso psicologico è enorme e c'è un rischio».

Quale?
«Il rischio che per non essere reclusi a praticare solo Ivg il ginecologo diventi obiettore, andando a incidere sulla turnistica».

Cosa ne pensa di chiamare dei gettonisti?
«Anche i gettonisti possono dichiararsi obiettori senza contare che penso sia meglio, in questi casi, che la paziente venga seguita da un medico assunto: così può accompagnarla dall'inizio alla fine del percorso».

Un medico obiettore potrebbe trovare difficoltà nell'essere assunto, soprattutto in quelle strutture dove ce ne sono già un buon numero?
«Parliamo di un percorso talmente delicato, non credo sia accettabile fare un bando per soli gettonisti non obiettori. In ogni caso, la legge garantisce che il medico possa ritirare in qualsiasi momento l'obiezione o dichiararsi obiettore il giorno successivo: l'ospedale non può porre delle limitazioni all'assunzione. E non parliamo solo di medici».

Cosa intende?
«Non c'è solo l'atto chirurgico, è un percorso in cui sono coinvolte altre figure professionali: il personale di sala, gli psicologi. L'Ivg è una scelta da cui non si può tornare indietro, a maggior ragione è importante seguire la donna in tutte le fasi».

Poniamo il caso di una complicazione durante un intervento, bisogna praticare l'aborto per salvare la paziente: cosa fa un obiettore?
«L'obiettore deve comunque intervenire quando c'è un'urgenza: in questo caso l'obiezione viene mantenuta, lo dice la legge. Ma salvare la paziente viene prima di qualsiasi altra cosa».

Lei come si pone davanti a questo tema?
«Ricordiamo sempre che ci sono due vite e il medico parte dal presupposto che non deve danneggiare la vita umana. Quella dell'obiezione è una questione di etica profonda che prescinde anche dal credo religioso. Davanti al mistero della vita è possibile che alcuni colleghi non se la sentano di intervenire». 

Ultimo aggiornamento: 8 luglio, 10:35 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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