Taobuk, il festival agorà delle voci femminili a Taormina. La fondatrice Ferrara: «E' la mia sublimazione»

Taormina ha vissuto la XV edizione del festival nel segno delle donne. La fondatrice Antonella Ferrara: "È della sublimazione di me stessa"

giovedì 26 giugno 2025 di Valentina Venturi
(foto di Ernesto Ruscio)

Quindici anni di Taobuk non sono un traguardo, sono il manifesto di visione, radici e futuro, che portano la firma femminile di Antonella Ferrara, fondatrice e presidentessa del festival, nonché anima di una manifestazione che ha trasformato la bellezza di Taormina in un'agorà contemporanea.

Un cammino che parla al femminile. «Fondare Taobuk – racconta Ferrara – è stata una sfida: le donne dirigono molti festival, ma sono poche ad averli ideati.

L’atto fondativo richiede, invece, una visione, tenacia assoluta e forse anche una dose di incoscienza creativa». 


E proprio questa visionarietà ha dato vita a Taobuk, rassegna che racchiude la fusione tra vita personale, vocazione culturale e senso di appartenenza. L’idea del “Taormina International Book Festival”, confida Ferrara, è germogliata prima della realizzazione: «Il sogno di Taobuk è nato dentro di me prima che diventasse realtà. Era un’idea intima, quasi un’utopia: immaginavo un’agorà in cui pensiero, letteratura e futuro dialogassero in uno dei luoghi più magnetici del Mediterraneo». Un sogno che coincide con un ritorno alle origini, alla Sicilia dei genitori, terra di cultura e contraddizioni, madre accogliente e musa inquieta. 


Centrale, nella sua formazione, è stata la figura della madre: «Una libraia da cui ho ereditato l’amore per i libri, per le parole. Mio padre, diplomatico e bibliofilo, ha aggiunto il gusto del pensiero critico. Questo festival è anche la sublimazione di me stessa». Taobuk ha saputo costruire negli anni una fitta rete di dialoghi internazionali, intrecciando letteratura, arti visive, filosofia, scienza, geopolitica; ma a distinguerne l’identità è stata la forza di una lettura femminile del mondo, capace di valorizzare la pluralità, custodendone la memoria e sfidandone il presente. 


GLI ESEMPI
Molte le figure femminili che attraversandolo vi hanno lasciato un segno profondo: «Ricordo ancora con emozione la presenza di Isabel Allende, Marina Abramovic, Ágnes Heller e Svetlana Aleksievič. Se con alcune è stata un’impresa, alla fine sono arrivate tutte, portando con sé pensiero e resistenza». Donne simboli di un pensiero libero e controcorrente, capaci di rendere Taobuk uno spazio di risonanza. 


Questa XV edizione, svoltasi dal 18 al 23 giugno con più di 200 ospiti da 30 Paesi, ha scelto il tema dei “Confini” esplorandone l’ambivalenza, le ferite e le possibilità di condivisione, perché come scrive Ferrara nel manifesto “È spazio da condividere e rispettare, nell’accettazione delle reciproche identità”. Tra i premiati spiccavano figure di rilevanza internazionale come Amélie Nothomb, Susanna Tamaro e Zadie Smith per la letteratura, Whoopi Goldberg e Monica Guerritore per il cinema e il teatro e Jessica Pratt per la musica lirica. Il festival si presenta come un modello di turismo culturale sostenuto dalla Regione Siciliana, dall’Assessorato al Turismo guidato da Elvira Amata, dalla Fondazione Taormina Arte Sicilia e dal Parco Archeologico Naxos Taormina; un appuntamento annuale che promuove cultura e rinnova il senso stesso del dialogo e dell’identità mediterranea. 


Ferrara ha saputo dare voce a donne rimaste nell’ombra anche con “Siciliane”, un dizionario biografico edito da Emanuele Romeo Editore con il patrocinio del Ministero per le Pari opportunità, una raccolta di storie di donne che hanno segnato l’identità dell’isola. «Il mio è un bilancio positivo – conclude Ferrara – non solo per ciò che è stato fatto, ma per ciò che abbiamo contribuito a costruire: un ponte culturale tra la Sicilia e il mondo. E il frutto più bello è che tutto questo è nato da un sogno. Un sogno di donna, che ha scelto di tornare, per restare».
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Ultimo aggiornamento: 13:26 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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