Luca Zaia, Papetti: «Il suo consenso e l'incapacità dell'opposizione di costruire in 15 anni una leadeship alternativa»

La risposta del direttore del Gazzettino Luca Zaia

mercoledì 4 giugno 2025 di Roberto Papetti
Luca Zaia, Papetti: «Il suo consenso e l'incapacità dell'opposizione di costruire in 15 anni una leadeship alternativa»

Egregio direttore, leggo di continuo su diversi quotidiani dell'enorme risultato avuto da Zaia nelle elezioni del 2020. Vorrei ricordare a tutti che il suo oppositore era un tal Lorenzoni, ex vicesindaco di Padova, che nemmeno il più stolto degli elettori avrebbe potuto votare.

Ricordo a tutti che nelle elezioni regionali del 2015, Zaia, con un oppositore decente, ottenne lo zero virgola più del 50% ed il m5s quasi il 12% così come la Lista Tosi. Questo per dire che solo il crollo di M5S e l'assenza della Lista Tosi hanno permesso a Zaia di prendere il 76 per cento nel 2020. Vorrei vedere se ci fosse stato un Tosi o un M5S più in forma, come nel 2015, quanto avrebbe preso. Questo giusto per smontare la storia che Zaia è ben voluto dai 3/4 del Veneto. Speriamo che questa lettera venga pubblicata.

Franco Sartori

La risposta del direttore del Gazzettino Luca Zaia

Caro lettore, non abbiamo nessun problema a pubblicare la sua lettera. Lei ha tutto il diritto di non apprezzare Luca Zaia e anche di ritenere che non goda del consenso popolare che gli viene attribuito. Mi permetta però due tipi di considerazioni.

La prima parte dai numeri. Nel 2020 la lista Zaia presidente ottenne da sola il 44,6% dei voti. Quasi un veneto su due tra coloro che si recarono alle urne, scelse non lo schieramento che lo candidava alla presidenza, ma direttamente la sua lista. Lei obbietta: ma nel 2020 non c'erano in lizza, come nel 2015, né la lista Tosi né un M5S all'apice del successo. Vero. Ma questo dimostra ancora di più l'elevato consenso trasversale e personale di Zaia, che nel 2020 fu capace di attrarre (lui e non l'opposizione) anche gran parte degli elettori che 5 anni prima aveva scelto di votare quelle due liste che si contrapponevano in modo frontale alla sua candidatura. Non si spiegherebbe altrimenti il 75% e oltre di voti raccolti dal governatore veneto nel 2020. Inoltre: da molti anni Zaia risulta essere, nelle diverse classifiche di questo tipo che vengono realizzate, il più apprezzato presidente di regione a livello nazionale. Naturalmente può darsi che tutti gli istituti che realizzano questi sondaggi sbaglino, ma è un dato che non si può ignorare.

La seconda considerazione è più politica. Se gli oppositori di Zaia invece di perder tempo ed energie a dimostrare che quello di Zaia è solo un consenso effimero ed apparente (oltreché immeritato dal loro punto di vista), si fossero impegnati a costruire o a trovare una leadership alternativa, nell'immagine e nei contenuti, a quella del governatore leghista, forse oggi parleremmo anche d'altro. Per esempio di una Regione Veneto contendibile da parte del centro sinistra. O del candidato governatore (ancora senza nome) dell'opposizione. Mentre invece al centro della discussione e del dibattito politico c'è sempre e solo Zaia. Il suo presente e il suo futuro. Si continua a parlare del suo (ormai improbabile) terzo o quarto mandato; dell'eventualità che la sua lista sia o meno presente alle elezioni regionali; della possibilità che la Lega in Veneto si presenti come Lega Zaia (e non Salvini), della presenza di Zaia come capolista delle Lega per il voto in Regione in tutte le circoscrizioni.

Può darsi che, come lei afferma, Zaia non abbia più tutto quel consenso che gli viene accreditato. Ma sul fatto che domini, senza rivali, la scena politica regionale mi sembra non ci siano dubbi.

Ultimo aggiornamento: 5 giugno, 09:14 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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