Autonomia, Schifani: «Il federalismo? Le priorità sono altre. Ora evitiamo un'Italia a due velocità»

Il presidente della Sicilia di FI: «La Consulta ha toccato punti salienti, ora tempi più lunghi»

sabato 16 novembre 2024 di Francesco Malfetano
Autonomia, Schifani: «Il federalismo? Le priorità sono altre. Ora evitiamo un'Italia a due velocità»

«Parliamo dell'autonomia differenziata? Sì, ma vede io qui sono alle prese con cose più importanti. Penso alla siccità già lavorando per quella del prossimo anno, è una cosa un po' più complicata». Non esulta Renato Schifani, o almeno ci prova. Per l'azzurro, presidente della Regione Sicilia, la sentenza con cui la Corte Costituzionale ha definito illegittime alcune delle disposizioni all'interno della riforma Calderoli, «non è una vittoria di qualcuno» o «la sconfitta di qualcun altro», ma è solo un «percorso» da compiere.


Presidente Schifani, l'autonomia è morta o evviva l'autonomia?
«Nessuna delle due.

Credo semplicemente che la Corte Costituzionale abbia sanzionato la proposta per il 50 per cento, facendo dei rilievi di cui ora è necessario prendere atto. Ma vede non esiste il bianco o il nero anche se ritengo che la riforma sia stata cassata nei punti salienti come il trasferimento delle competenze alle Regioni che è stato ridimensionato o come la possibilità di intese tra governi nazionali e regionali che poteva dare luogo a mancate condivisioni all'interno dei territori, inserendo il Parlamento come garanzia. Per di più è stata estremamente chiara sui Lep, andando incontro alla battaglia fatta da noi governatori contro l'idea di un'Italia a due velocità».


Un po' sembra esultare, come tutti e come ha fatto pure la Lega. Lei come la vede? Pensa che il percorso possa addirittura essersi rafforzato?
«Comprendo perfettamente i leghisti perché difendono la propria riforma, difficile che possano riconoscere lo svuotamento della proposta. Ed in parte hanno ragione perché questo non c'è in termini assoluti. Al limite è un ridimensionamento che ora impone un allungamento del percorso dato che i quesiti referendari sono stati superati dalle indicazioni della Corte. Per cui li comprendo. Alla fine il referendum non si terrà e si dovrà tornare a lavorare in Parlamento. Con la calma e, com'è ovvio, tenendo conto delle indicazioni»


Esultano pure le opposizioni ma c'è chi dice che la vera vittoria è di Forza Italia
«Io sono un governatore del Sud e, premesso che noi abbiamo già un autonomia speciale che ci consente di avere delle specificità e competenze esclusive su alcune materie, con questa sentenza mi sento più sereno. Già da esponente di FI avevo sollecitato forte attenzione e consigliato di creare un osservatorio sui Lep. La proposta Tajani è stata poi condivisa dal partito che si è impegnato a vigilare su aspetti attuativi e ricadute finanziarie della riforma. Oggi questo osservatorio continua ad esserci, ma possiamo dire che la sentenza ha supplito».


Ora che succede? Non teme che ciò possa potenzialmente minare la compattezza della maggioranza di governo?
«Ma no. La riforma dell'autonomia è ad ampio respiro e tocca parti strategiche del funzionamento Paese. Come le dicevo non esiste il bianco e nero, e questo governo ha dimostrato sempre di avere un senso della responsabilità molto elevato. E ribadisco anche che non vedo una contrapposizione, solo la necessità di prendere atto dei richiami»


Testo da modificare, tempi allungati e nuove polemiche. Come pensa che finirà? Su cosa punterebbe oggi se dovesse scommettere?
«Finisce che si arriverà ad una riforma con maggiore condivisione anche da parte dell'opposizione. Il mio augurio è infatti sempre lo stesso: una riforma che non sia bandiera di nessuno e aiuti l'intero Paese a crescere».
 

Ultimo aggiornamento: 19:23 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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