Non si può ancora escludere che il corpo di Kata non si trovi in qualche anfratto dell'Astor.
Nonostante sia stato perlustrato più volte dai reparti scelti dei Ris e dei Gis, fino agli scarici delle acque nere, nell'albergo non è mai stato trovato nulla della bambina peruviana di 5 anni scomparsa dallo scorso 10 giugno.
Kata, il nuovo sopralluogo
Si è concluso oggi a vuoto anche il terzo giorno di ispezione dello squadrone dei carabinieri "Cacciatori di Calabria", reparto dotato di particolare capacità nell'individuazione di nascondigli o intercapedini all'interno di pareti, sceso in campo su delega dei pm fiorentini alla ricerca di tracce di Mia Kataleya Chicclo Alvarez e delle possibili vie di fuga dei rapitori.
Sono state utilizzate delle ruspe per scavare nel cortile dove la piccola è stata vista per l'ultima volta: immortalata dalle telecamere mentre scendeva una scala interna all'Astor intorno alle 15,20, come se venisse chiamata da qualcuno che la conosceva. In quel momento la struttura era occupata da oltre 130 persone, tra peruviani, romeni ed ecuadoregni. Una settimana dopo, il 17 giugno, è stato sgomberato. Chi l'ha rapita, pensano gli investigatori, potrebbe averla sepolta (viva o morta) all'interno di qualche cunicolo o anfratto dell'edificio.
I SOSPETTI DELLA MADRE
Anche i genitori di Kata alcuni giorni fa, autorizzati dalla Procura, hanno effettuato un sopralluogo nell'immobile accompagnati dai loro legali e dai loro consulenti. «Voglio la verità, voglio sapere cos'è successo a mia figlia», ha detto la madre della bambina a "Pomeriggio Cinque". «La polizia ha perso molto tempo. Credo sinceramente, che l'abbiano portata fuori quello stesso giorno. Penso che sia inutile continuare a cercarla lì. Cos'hanno trovato? Niente. Dobbiamo cercare da altre parti. Ho fatto sapere agli inquirenti quali sono i miei sospetti e ho dato loro anche tanti strumenti per cercare un'altra pista». «All'inizio - ha spiegato Katherine Alvarez - ho avuto il sospetto su tutti e ho chiesto a mio fratello al quale l'avevo lasciata. Poi, vedendo tutta la situazione, sentendo quello che succedeva lì dentro, ho pensato anche ad altre persone. E sono andata dagli inquirenti a dire di queste persone, su cui ho sospetti».
GLI INDAGATI
Tra gli indagati per il sequestro di persona a scopo estorsivo è Argenis Abel Alvarez Vazsquez, detto Dominique, 29 anni, fratello della madre di Kata, al quale quest’ultima aveva affidato la piccola mentre lei era al lavoro, proprio il giorno in cui è stata rapita. Lo zio materno è finito in carcere lo scorso 5 agosto, con altri tre peruviani, per il racket delle camere dell’albergo (affittate a 600-700 euro) e il tentato omicidio di uno degli occupanti: un ecuadoregno che per sfuggire al raid punitivo, a cui aveva preso parte appunto Dominique, si era fatto cadere da una finestra del secondo piano, rimanendo miracolosamente vivo. L’altro zio, indagato a piede libero per il sequestro di persona a scopo estorsivo di sua nipote, è un fratello del padre di Kata, Miguel Angel.
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