Christopher e Lisa Dunn, insieme al figlio diciottenne Kyle, si sono ritrovati a dormire per strada fuori dal municipio di Hanley, a Stoke-on-Trent in Inghilterra, subito dopo il loro matrimonio celebrato il 26 ottobre 2024. La coppia era stata sfrattata da un alloggio gestito dall’ente benefico Concrete, in seguito a una disputa sull’affitto.
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Il ritorno dalla luna di miele
Dopo lo sfratto, la famiglia ha trovato riparo temporaneo a casa della madre di Christopher, ma la sistemazione è durata poco. Il consiglio comunale ha offerto sei notti in un hotel, ma una volta terminato il periodo, non è seguita alcuna alternativa concreta. «Abbiamo chiesto aiuto perché siamo disabili – racconta l’uomo – abbiamo presentato tutti i documenti medici, ma ci hanno detto che non bastava». Così si sono ritrovati a dormire all’aperto, spesso sotto la pioggia, senza un riparo né accesso a servizi igienici.
I problemi di salute
Entrambi soffrono di gravi problemi di salute. Christopher ha vertigini, PTSD, dolori cronici e altre patologie, mentre Lisa è affetta da osteoartrite, pressione alta, incontinenza e disturbi mentali. Vivere in strada ha aggravato le loro condizioni. «Non siamo tossicodipendenti né alcolizzati – dice Christopher – ma sembra che senza quei problemi non siamo una priorità. La gente ci offre aiuto, ma le istituzioni no».
La risposta delle autorità
Il consiglio comunale di Stoke-on-Trent ha spiegato che la coppia si è rivolta ufficialmente ai servizi per senzatetto il 7 marzo 2025. «Abbiamo effettuato una valutazione secondo la legge nazionale – ha dichiarato il consigliere Chris Robinson – ma in assenza di prove sufficienti sui loro problemi di salute, non risultano avere priorità legale per l’alloggio». Tuttavia, il consiglio afferma di averli indirizzati verso altri fornitori e che un funzionario continua a seguirli per trovare una soluzione temporanea e, se possibile, duratura.
Concrete, l’ente che li ospitava, afferma di aver fornito supporto per oltre un anno, ma che ci sono state numerose violazioni del contratto. «Abbiamo cercato di contattarli per settimane – ha spiegato la direttrice Kerry Birtles –. Quando siamo andati a controllare la casa era vuota, quindi abbiamo avviato le riparazioni per il prossimo residente». L’ente, inoltre, sottolinea di aver offerto loro la possibilità di recuperare i beni e di averli messi in contatto con i servizi comunali.