L'INCHIESTA
Nell’incidente sul lavoro avvenuto poco prima deall’apertura della manifestazione aerea organizzata dal Comune e dall’aeroclub di Preturo, in programma per il 25 e il 26 maggio scorso, costato la vita al pilota dell’elicottero del 118, Paolo Dal Pozzo, rimasto schiacciato dalla cisterna carburante in fase di retromarcia dopo aver rifornito il mezzo di soccorso che di lì’ sarebbe dovuto decollare, avrebbero concorso anche la vittima oltre al conducente mezzo pesante.
Secondo il perito, maggioritaria risulta essere stata l’imperizia della vittima che allontanatosi dalla propria attività lavorativa, avrebbe violato le basilari norme di sicurezza, andandosi a posizionarsi dietro il mezzo pesante, all’interno della zona «correlata con l’angolo cieco della visuale disponibile all’autista dal posto di guida tramite l’utilizzo degli specchietti retrovisori esterni». Dal Pozzo posto a circa sei metri dalla cisterna di spalle e intento a filmare con il cellulare gli aerei, è stato investito a una velocità stimata in sette chilometri orari circa, dopo circa otto secondi dall’inizio della retromarcia. In relazione al conducente, lo stesso, sempre secondo il consulente non avrebbe verificato l’eventuale presenza di altri addetti ai lavori. «In particolare, la manovra veniva effettuata senza l’ausilio di personale di terra e, soprattutto, non disponendo della possibilità di poter avvistare lo scenario presente nella parte posteriore del veicolo, in quanto, come già precisato, porzione di area aeroportuale non visibile dagli specchietti retrovisori».
Sempre in relazione alla posizione del Cucchiella, il perito ha evidenziato come «resta da valutare l’inquadramento della sua mansione all’interno dell’attività lavorativa svolta presso l’aeroporto di Preturo». La relazione si conclude senza censure nei riguardi del mezzo pesante, i cui dispositivi di segnalazione (lampeggianti e sirena in fase di retromarcia) sono stati trovati in efficienza. Nella vicenda oltre all’autista della cisterna (assistito dall’avvocato Amedeo Ciuffetelli), sono indagati il datore di lavoro dell’uomo, Martina Silveri di 45 anni dell’Aquila (assistita dall’avvocato Massimiliano Venta) e l’amministratore della società “Avincis Aviations Italia”, Luigi Ambrosini di 48 anni di Brescia. Ora la palla passa al Pm per le conclusioni finali.