L'intervento all'ospedale Molinette di Torino
Il paziente era ricoverato all'ospedale Martini di Torino in quanto costretto a dialisi. Il fegato era completamente avvolto da cisti e questo comportava una denutrizione e la colonizzazione intestinale da parte di batteri resistenti a qualunque terapia antibiotica. Lo scorso agosto l'aggravarsi delle condizioni ha costretto al trasferimento presso la Terapia Intensiva Epatologica dell'ospedale Molinette dove si è deciso di procedere con il trapianto del fegato il cui successo era però condizionato dal riuscire a contrastare i batteri fecali resistenti agli antibiotici. La riduzione poi della carica batterica colonizzante l'intestino, attraverso il trapianto fecale, ha consentito di inserire il paziente nella lista trapianti in elevata priorità. A fine novembre, a 100 giorni esatti dall'inizio del ricovero alle Molinette, il 56enne si è sottoposto a trapianto effettuato dal direttore del Centro Trapianto Fegato di Torino, Renato Romagnoli, insieme con il suo staff. «Ancora una volta siamo orgogliosi di rendere pubblica una collaborazione tra Policlinici italiani su un gravissimo caso clinico risolto con una soluzione sanitaria all'avanguardia e senza precedenti», ha spiegato Giovanni La Valle, direttore generale Città della Salute di Torino.
«Mi avevano dato un giorno di vita»
«Avevo un giorno e mezzo di vita davanti, quindi sono passato dalla certezza di morire a essere qua a parlare».
Il ringraziamento a medici e infermieri
«Le 50 pastiglie di materiale fecale trattato da prendere per poter fare il trapianto di fegato non sono state una passeggiata, ma hanno fatto in modo che non mi pesasse e sono sopravvissuto» sottolinea riferendosi al trapianto di microbiota. «Adesso sono anche dimagrito, sono sui 70 chilogrammi e praticamente i miei vestiti e le mie scarpe sembrano di un altro. Riesco già ad alzarmi da solo, nonostante il ginocchio, per cui dovrò rifare l'operazione, perché comunque non è andata bene, la protesi si è sganciata. Dal trapianto sono venuto a casa prima di Natale e ogni giorno sento la differenza in meglio. Mi seguono col day hospital benissimo, sono un'eccellenza, non solo perché mi hanno salvato la vita. Romagnoli (il direttore del Centro trapianto fegato di Torino, Renato Romagnoli, ndr.) viene proprio di persona a vederti dopo l'operazione, ti spiega la situazione e con parole semplici, in modo da capire davvero cosa ti accade, si crea un rapporto e questo rassicura». Per Roberto adesso il programma è continuare la ripresa e prenotare l'intervento da rifare al ginocchio, «intanto ho moglie e figlia che mi coccolano e mi portano ovunque, sono sempre state vicino a me, sono venute ogni giorno in ospedale».