Non si affitta ai meridionali scrivevano i torinesi sui portoni delle case in anni lontani: ora non si vendono loro i biglietti di Juve-Napoli. E così nella superpartita del sabato del villaggio calcistico, domani sera (20,45), allo Juventus Stadium (ditelo come si scrive, stadium è parola latina e non inglese con la e al posto della a) il tridente leggero del Napoli, con tre finti nueve, sarà senza tifosi. Va bene: è una abitudine che sta prendendo piede un po' ovunque nella desertificazione perseguita dai governanti del pallone, ma è sempre un brutto vedere. Si replicherà, a mano contraria, a Napoli.
Doveva essere la partita del dente avvelenato, dopo la migrazione di Higuain all'algida corte sabauda abbandonando la reggia degli allegri Borbone, che anche questa di dinastie è una delle differenze fra le due rivali d'occasione: Monsù Travet contro Pulcinella, due specie di equidi, la zebra e il ciuccio, due squadre con la Juve snob che snobbava il Napoli, ma poi costretta a farci i conti quando i 10 erano Platinì di là e Maradona di qua. Chi è il Maschio Angioino? chiesero una volta a Roi Michel che, soprapensiero, rispose: «E' Diego».
TRADIMENTO
C'era già stato, fra le due squadre, un grande tradimento: Altafini era diventato Core 'ngrato. Il che non è Higuain, perché adesso le canzoni napoletane di una volta, le bellissime romanze, non sono musica e poesia da Spotify e gli Youtuber rappano. Higuain è comunque, oltre che al centro dei sogni di gol (ma ne sta facendo meno perché non ha più una squadra che gioca per lui) al centro dei pensieri: a Napoli hanno fatto falò delle sue maglie quando Gonzalo è salito a Torino, con la Juve, che ormai ha anche molta liquidità, che l'ha preso in contanti anziché in cambio merce, come faceva una volta piazzando vecchie glorie o patacche non ancora individuate per tali. Cattivi pensieri quelli dei tifosi azzurri, anche se Chiellini taglia corto: «Non ha segnato alla Samp? Magari i gol se li è tenuti per il Napoli».
DATI
Eh sì: i numeri sono impietosi nella storia da quando la Juve si è costruita la Grotta del Tesoro, quella di Ali Babà e dei 40 ladroni: cinque volte il Napoli voleva dire apriti sesamo, cinque volte è tornata senza punti, un solo gol fatto e 12 subiti, l'ultimo a tempo che scadeva, autore Zaza, senza accento per loro del dove sta Zazà? (già: ma dove sta?). Si trascura il particolare degli scontri diretti dieci campionati fa, quando la Juve era scesa in B per Calciopoli e il Napoli stava risalendo dai suoi guai finanziari. E i numeri sono impietosi anche nella stagione: la Juve in casa ha vinto cinque volte su cinque (15 a 4 i gol), il Napoli viaggiatore ne ha vinte due su cinque (due pareggiate e una persa) con un parziale gol di 4-7. Però le partite non sono tabelline per scolaretti di aritmetica: e non è detto che aver comprato Higuain, che con le debite proporzioni è come aver portato a Venaria Reale il tesoro di San Gennaro, sia sufficiente. Mai fare arrabbiare San Gennaro...
Doveva essere la partita del dente avvelenato, dopo la migrazione di Higuain all'algida corte sabauda abbandonando la reggia degli allegri Borbone, che anche questa di dinastie è una delle differenze fra le due rivali d'occasione: Monsù Travet contro Pulcinella, due specie di equidi, la zebra e il ciuccio, due squadre con la Juve snob che snobbava il Napoli, ma poi costretta a farci i conti quando i 10 erano Platinì di là e Maradona di qua. Chi è il Maschio Angioino? chiesero una volta a Roi Michel che, soprapensiero, rispose: «E' Diego».
TRADIMENTO
C'era già stato, fra le due squadre, un grande tradimento: Altafini era diventato Core 'ngrato. Il che non è Higuain, perché adesso le canzoni napoletane di una volta, le bellissime romanze, non sono musica e poesia da Spotify e gli Youtuber rappano. Higuain è comunque, oltre che al centro dei sogni di gol (ma ne sta facendo meno perché non ha più una squadra che gioca per lui) al centro dei pensieri: a Napoli hanno fatto falò delle sue maglie quando Gonzalo è salito a Torino, con la Juve, che ormai ha anche molta liquidità, che l'ha preso in contanti anziché in cambio merce, come faceva una volta piazzando vecchie glorie o patacche non ancora individuate per tali. Cattivi pensieri quelli dei tifosi azzurri, anche se Chiellini taglia corto: «Non ha segnato alla Samp? Magari i gol se li è tenuti per il Napoli».
DATI
Eh sì: i numeri sono impietosi nella storia da quando la Juve si è costruita la Grotta del Tesoro, quella di Ali Babà e dei 40 ladroni: cinque volte il Napoli voleva dire apriti sesamo, cinque volte è tornata senza punti, un solo gol fatto e 12 subiti, l'ultimo a tempo che scadeva, autore Zaza, senza accento per loro del dove sta Zazà? (già: ma dove sta?). Si trascura il particolare degli scontri diretti dieci campionati fa, quando la Juve era scesa in B per Calciopoli e il Napoli stava risalendo dai suoi guai finanziari. E i numeri sono impietosi anche nella stagione: la Juve in casa ha vinto cinque volte su cinque (15 a 4 i gol), il Napoli viaggiatore ne ha vinte due su cinque (due pareggiate e una persa) con un parziale gol di 4-7. Però le partite non sono tabelline per scolaretti di aritmetica: e non è detto che aver comprato Higuain, che con le debite proporzioni è come aver portato a Venaria Reale il tesoro di San Gennaro, sia sufficiente. Mai fare arrabbiare San Gennaro...