Dopo la denuncia del Messaggero, ieri mattina la sorpresa è stata sotto gli occhi di tutti i commercianti di via Marsala. Una squadra dell'Ama è arrivata a due passi dalla Stazione Termini e ha ripulito quanto restava dell'incendio della dozzina di motorini dello scorso 7 ottobre. Ventiquattro giorni d'attesa e una corsia della strada che però rimane ancora oggi chiusa. L'intervento, per chi ci passa di nuovo, sembra fatto a metà. Infatti, gli operatori non hanno messo le mani a pochissima distanza da quel fattaccio, dove ce n'è uno che dura da molto più tempo e che nessuno ha ancora pensato di ripulire. E anche su questo i residenti sono su tutte le furie. «Un paio di mesi fa è avvenuto un incidente e hanno recintato un pezzo di marciapiede con il nastro arancione. Ma nel corso delle settimane la parte interdetta è diventata un immondezzaio - racconta uno dei negozianti della via - Questa mattina (ieri per chi legge, ndr) hanno pulito dai rifiuti rimasti dell'incendio, ma nessuno si è reso conto che sarebbe stata l'ora di ripulire anche la zona all'angolo, proprio tra le più trafficate». Tra l'area incendiata e quella che fu oggetto dell'incidente, ci sono sì e no cinque metri di distanza, quattro file di tavolini del frequentatissimo Caffè Trombetta, punto di riferimento degli aperitivi prima di prendere il treno. Qui, oltre a un parapedonale distrutto, la rete rossa delimita uno spazio che ormai è ricettacolo di bottiglie di birra, pacchetti di sigarette accartocciati, gratta e vinci strappati. «Non è di certo un bell'esempio di città tutto questo degrado - racconta una donna seduta a un tavolino a prendere un gelato con la famiglia - Siamo qui a Roma da qualche giorno e rimaniamo sconcertati dall'immagine così sciatta che viene data».
TRA GLI AUTOBUS
Da via Marsala a piazza dei Cinquecento è un attimo, giusto qualche passo a piedi. Si passa dalla stazione dei taxi a quella degli autobus. E l'ennesima situazione di degrado si ripete. Da qualche mese staziona accanto alle banchine degli arrivi e delle partenze dei mezzi dell'Atac una senzatetto che ha creato una casa coperta con un paio di teli che, sulla banchina pedonale, occupa qualche metro.