MESTRE - Resta in carcere la trentacinquenne, originaria dell'Etiopia, arrestata la sera di sabato scorso per aver evirato l'ex marito, connazionale di 40 anni, all'interno dell'appartamento di quest'ultimo, a Marghera.
Lo ha stabilito la giudice per le indagini preliminari di Venezia, Benedetta Vitolo a conclusione dell'udienza di convalida, nel corso della quale la donna, assistita dall'avvocato Speranzoni si è avvalsa della facoltà di non rispondere.
Il sostituto procuratore che coordina le indagini, Roberto Terzo, le contesta il reato di lesioni gravissime, con l'aggravante della premeditazione: la trentacinquenne si sarebbe recata a trovare l'ex marito, dalla quale è divorziata da tempo, con l'idea di "punirlo", e tal fine avrebbe portato con sé un coltello con lama di dieci centimetri che poi ha utilizzato.
«È PERICOLOSA»
Nell'ordinanza di custodia cautelare firmata nella tarda mattinata di ieri, la giudice sottolinea la pericolosità della donna, alla luce della «mancanza di autocontrollo» e dell'«imprevedibilità» della sua azione violenta.
Secondo gli inquirenti non ha trovato alcun riscontro il racconto iniziale fatto dalla trentacinquenne agli agenti di polizia, intervenuti nell'appartamento di via Pioppi, ovvero di una sua reazione difensiva ad un tentativo di violenza sessuale messo in atto dal quarantenne.
AGGRESSIONE ALLE SPALLE
Il quarantenne, tutt'ora ricoverato all'ospedale dell'Angelo dopo un delicato intervento chirurgico, ha spiegato che la donna gli stava praticando un massaggio, mentre lui era disteso sul letto, nudo, a pancia in giù: l'aggressione sarebbe dunque avvenuta mentre la vittima era di spalle, e lei seduta sopra di lui, impedendo di fatto al quarantenne di accorgersi di quanto stava accadendo. Nel tentativo di difendersi, l'uomo è rimasto ferito anche alla mano destra.
La donna, asseritamente laureata in psicologia, risulta residente a Tivoli ed era andata a trovare l'ex marito perché era senza lavoro e senza soldi. Motivo dell'incontro, a quanto pare, discutere della loro figlia.