Venezia. Bimba affidata di giorno ai servizi sociali, il padre: «La madre non la fa andare a scuola»

L'uomo avrebbe voluto che la donna abortisse e ha riconosciuto successivamente la figlia

Giovedì 2 Maggio 2024 di Fulvio Fenzo
Foto Pexels - Ksenia Chernaya

MESTRE - «Il Tribunale di Venezia ha stabilito, nell'ultimo provvedimento emesso il 10 aprile 2024, di agire con urgenza affinché mia figlia possa finalmente frequentare la scuola dell'obbligo e avere come tutti i bambini della sua età una normale vita sociale, vivendo liberamente il rapporto con i suoi pari e con il ramo paterno della famiglia. Nessun tribunale ha "strappato" la bambina alla madre, che continuerà a vivere insieme alla bambina, fatto salvo il diritto della minore di svolgere le sue attività quotidiane, al momento ostacolate dalla mamma». Sulla battaglia familiare per il "riconoscimento tardivo" della bimba di 8 anni da parte del padre che, durante la gestazione, avrebbe voluto far abortire la madre, il tutto sfociato nel provvedimento - contestato anche da diversi esponenti politici - che obbligherà la mamma a "consegnare" la piccola ai servizi sociali durante il giorno, interviene il papà elencando i pronunciamenti a suo favore e denunciando la "sparizione" della bambina.

Da due anni la bimba non va a scuola

«Dal 2020 Vi sono ben quattro pronunciamenti del Tribunale di Venezia, della Corte d'Appello e due ordinanze della Corte di Cassazione che hanno statuito il pieno diritto di mia figlia alla bigenitorialità - interviene il padre -. Gli stessi provvedimenti hanno affidato la bambina ai Servizi sociali del Comune di Venezia, disponendone il collocamento prevalente presso la madre e stilando un calendario di visite che avrebbe dovuto regolare gli incontri tra padre e figlia. Nessuno ha inteso "strappare" la bambina all'affetto della madre: al contrario, è quest'ultima che già dal marzo del 2020 impedisce immotivatamente alla bambina qualunque contatto con me, e ha da un giorno all'altro strappato la piccola all'affetto dell'intero nucleo paterno della famiglia, compresi i nonni». La madre, però, accusava anche il padre di violenze. «I presunti comportamenti violenti nei suoi confronti sono stati vagliati dall'Autorità giudiziaria in ben tre gradi di giudizio, oltre che dalla Procura della Repubblica - replica l'uomo -. In tutti è stato categoricamente escluso (con sentenze passate in giudicato o con archiviazioni) qualunque addebito nei miei confronti. Si tratta di fantasie prive di qualunque minimo riscontro - prosegue -, il tutto mentre mia figlia è di fatto sparita nel nulla. La madre ora ha infatti fatto perdere le tracce della minore, impedendo a tutte le autorità preposte di vederla. Da due anni la bambina non va a scuola, essendo sottratta alla regolare frequentazione scolastica. Pur essendo in età di obbligo scolastico, la bambina non ha frequentato un solo giorno di scuola (la piccola avrebbe comunque sempre svolto l'istruzione parentale prevista dalla Costituzione, superando gli esami, ndr).

Solo in conseguenza di questi gravissimi comportamenti perpetrati in danno di mia figlia, il Tribunale di Venezia ha stabilito di agire affinché la bambina possa avere una normale vita sociale».

Le interrogazioni

La madre è stata tuttavia difesa pubblicamente, e da anni, da numerosi esponenti politici anche nazionali, portando il caso all'attenzione della Commissione parlamentare sul femminicidio e investendo anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio. «Inquieta il fatto che alcune consigliere comunali o ex parlamentari in cerca di visibilità e di voti, evidentemente indotte in errore e non adeguatamente informate sulla vicenda, utilizzino il loro mandato per dare supporto a una donna imputata per gravissimi reati - contrattacca il padre -. Da cittadino, auspico che la politica e le istituzioni si impegnino senza ambiguità e reticenze nell'affermare che esistono valori condivisi irrinunciabili, come quello che stabilisce che le sentenze dei Tribunali si rispettano. Occorre adesso fare in modo che la bambina, dopo quattro lunghi anni nei quali è stata sottratta alla vita, torni ad avere una vita normale, secondo quanto i Tribunali della Repubblica hanno stabilito nel suo esclusivo interesse». 

Ultimo aggiornamento: 15:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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