La Marca trevigiana che invecchia, oltre 200mila anziani: «Le pensioni sono troppo basse»

Mercoledì 13 Settembre 2023 di Paolo Calia
La Marca trevigiana che invecchia, oltre 200mila anziani: «Le pensioni sono troppo basse»

TREVISO - Una Marca sempre più anziana, con pensioni medio-basse (1.868 euro al mese la media per le pensioni del pubblico e 1.038 nel privato per una media complessiva di 1.453 euro mensili) e dal potere d’acquisto sempre più limitato e, tanto per non farsi mancare nulla, con sempre meno giovani al lavoro. La fotografia, scattata dall’ufficio studi della Cgil esaminando i dati provinciali dell’Inps, è impietosa. Oggi nella Marca ci sono 202.681 over 65: in dieci anni sono aumentati del 19% e rappresentano un quarto della popolazione. E sarà sempre peggio: nel 2034 gli over 65 saranno 240mila, pari al 28-30% dei trevigiani. «La variazione - fanno notare Vigilio Biscaro segretario generale dello Spi Cgil e Paolino Barbiero presidente del comitato Inps di Treviso - dipende dall’esito che avranno le politiche per favorire nuove nascite attuate dal Governo.

Noi crediamo che non avranno effetti, perché servono riforme strutturali e non episodiche». 


I NUMERI
Il primo problema lo evidenzia Anna Rita Contessotto, ricercatrice che ha condotto lo studio: «Gli esiti della denatalità sono dirompenti, l’alto tasso di anzianità della forza lavoro ha effetti di lunga durata negativi in termini di territorio». Parole sostenute dai numeri: oggi la fascia che sta per andare in pensione, dai 60 ai 64 anni, è molto superiore a quella che sta per entrare nel mondo del lavoro, dai 15 ai 19 anni: oggi gli under 14 sono solo il 13% degli abitanti. Il maggior numero di persone in età lavorativa è invece compreso nella fascia d’età non più giovanissima tra i 47 e i 57 anni. «In particolare abbiamo una popolazione over 65 a maggioranza femminile con 111mila donne rispetto a 91mila uomini - dice Contessotto - l’analisi di questi numeri è molto semplice: si sta riducendo sempre di più la fascia d’età necessaria per il ricambio generazionale. Gli effetti della denatalità sono dirompenti per un mercato del lavoro che rischia di essere poco dinamico e poco attrattivo. E, dall’altra parte, abbiamo un bacino pensionistico che va crescendo a scapito di un ricambio generazionale che diminuisce». La ricerca assomiglia molto a un grido d’allarme: «Se non riusciamo a ringiovanire la popolazione, il nostro destino è segnato: tanti vecchi e pochi giovani. Mi allarma moltissimo sapere che i giovani sono solo il 14%. E ne possiamo uscire solo in un modo: riattivando i servizi per le giovani coppie. Queste sono le politiche ci aspettiamo dal Governo e per questo andremo in piazza a Roma sabato 7 ottobre», sottolinea Biscaro. 


IL QUADRO
Tanti pensionati, ma pensioni sempre più magre. «Possiamo dire - osserva Barbiero - che l’87% dei pensionati trevigiani riceve assegni bassi». Anche qui i numeri non lasciano molto spazio alle interpretazioni. Sono 30.830 le persone che predono una pensione pari o superiore ai 2500 euro al mese. La fetta maggiore (101.237 persone) ha importi che vanno dai 1000 ai 1999 euro al mese. In 15.811 predono la pensione minima, 500 euro mensili ma quasi tutti ci sommano un altro assegno (reversibilità, inabilità ecc). Sono solo 400 quelli che cercano di sopravvivere con 500 euro al mese: «E di questi ci occupiamo principalmente quando andiamo a parlare con i sindaci», ammettono Biscaro e Barbiero. Nella Marca gli assegni delle pensioni dei lavoratori pubblici sono più alti di quelli dei privati. Dividendo la provincia per zone, la media delle pensioni private più alte la si trova nei comuni di Treviso sud con importi da 1360 euro al mese e Treviso nord: 1306 euro. Gli importi più bassi sono nell’opitergino dove l’industrializzazione è più recente: 1.178 euro. Gli importi, come detto, si alzano quando si passa agli assegni per il settore pubblico: a Treviso sud la media è di 2001 euro al mese, nel coneglianese 1877 euro mensili. In termini assoluti, nella Marca ci sono complessivamente 252.241 pensioni del settore privato con importi medi di 1038 euro e 35.746 pensioni del settore pubblico con 1.868 euro mensili. Ci sono più “pensioni” che “pensionati” perché in tanti casi alla pensione di vecchiaia si sommano anche altri assegni (invalidità, reversibilità ecc).

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