Ultraleggero precipita a Trevignano, morti marito e moglie. Un video ha ripreso l'incidente: «Il motore fa degli scoppi, poi si "zittisce" e l'areo cade»

Lunedì 25 Marzo 2024 di Maria Elena Pattaro
marito e moglie morti sull'aereo precipitato a Trevignano

TREVIGNANO (TREVISO) - «Stiamo visionando i filmati dell’incidente, in cui si vede l’ultraleggero in difficoltà e si sente il motore fare alcuni scoppi e poi spegnersi “zittirsi”. Ci saranno utili a ricostruire la dinamica e a ricostruire la dinamica del sinistro». A spiegare le prime mosse di un’indagine che si preannuncia lunga e tecnicamente complessa è il procuratore Marco Martani. La Procura non è l’unica a indagare: anche l’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv) ha aperto un’inchiesta e ieri ha inviato un investigatore in sopralluogo. Gli inquirenti stanno cercando una risposta alla tragedia aerea che sabato mattina è costata la vita al generale dell’Aeronautica Lanfranco De Gennaro, 71enne in congedo, e alla moglie Lucia Bucceri, ex maestra 70enne. Si indaga sul Tecnam P2002, prestato alla vittima da Alberto Moretti, ex comandante delle Frecce Tricolori. L’ipotesi che fin da subito si è fatta strada è quella di un guasto al motore. C’è il racconto dei testimoni oculari: alcuni residenti di vicolo Alpini, a Trevignano.

E ci sono anche dei filmati dello schianto in cui si sente il motore scoppiettare e poi “zittirsi” mentre l’ultraleggero “barcolla” e poi cade di punta. Immagini e suoni ora al vaglio per ricostruire la dinamica di quei drammatici secondi intercorsi tra il decollo e la caduta a picco nel giardino di un’abitazione. Questi elementi, insieme ai rilievi tecnici saranno fondamentali per ricostruire la dinamica, visto che l’aereo da turismo è sprovvisto di scatola nera.

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IL PROPRIETARIO

Il velivolo appartiene ad Alberto Moretti, ex comandante della Pattuglia nazionale acrobatica nel biennio 1991-1992 L’uomo che risollevò le Frecce Tricolori dopo il disastro aereo di Ramstein, Germania, nel 1988. Anche lui è accorso sul luogo della tragedia ed è stato sentito subito dai carabinieri. Stando alle ricostruzioni, De Gennaro era diretto a Campoformido (Udine). Qui avrebbe parcheggiato l’ultraleggero preso in prestito e avrebbe recuperato il suo velivolo, che era in officina. La coppia è decollata dall’aviosuperficie di San Gaetano, a Montebelluna. Ma il volo è durato pochissimo. Si è interrotto tragicamente alle 11.15, a 400 metri dal decollo. Il Tecnam ha raggiunto circa 40 metri di quota. Poi ha perso propulsione e portanza, precipitando verticalmente. È possibile che in quegli istanti disperati De Gennaro, da pilota esperto, avrebbe tentato un’ultima manovra estrema per evitare il gruppo di case, puntando al giardino. Il velivolo si è schiantato a circa 20 metri da una casa. E la coppia a bordo non ha avuto scampo.

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DUE FASCICOLI

Sono due, come detto, le inchieste sull’incidente. Una è stata aperta, appunto, dalla Procura di Treviso e ha come ipotesi di reato il disastro aereo e l’omicidio colposo. L’altra invece è in capo all’Ansv, che indaga in caso di incidenti aerei civili. Si procede quindi su un doppio binario. L’inchiesta penale punta infatti ad accertare eventuali responsabilità, nel caso in cui venissero riscontrati difetti di costruzione o di manutenzione dell’ultraleggero. L’altra mira invece a comprendere le cause dell’incidente e prevenire altri casi analoghi. Per questo ieri mattina, attorno alla fusoliera, operavano sia i carabinieri, sia un investigatore dell’Ansv, con il supporto dei vigili del fuoco. Il rottame è sotto sequestro. L’esperto ne ha documentato lo stato e anche le condizioni del sito circostante, prendendo nota di tutte quelle tracce deperibili che gli agenti atmosferici potrebbero cancellare. Ha esaminato inoltre le strumentazioni di bordo e risentito due testimoni oculari. Il Tecnam, come detto, non è dotato di scatola nera. È installata invece una radio di bordo da cui il pilota potrebbe aver lanciato un Sos. Anche se gli inquirenti sospettano che non ne abbia avuto il tempo materiale. Il sopralluogo di ieri mattina è solo l’inizio. Per accertare la verità ci vorranno mesi. Al momento non risultano indagati ma in vista degli accertamenti che disporrà la Procura, il proprietario dell’ultraleggero potrebbe essere indagato a titolo cautelativo. In questo modo, infatti, potrebbe partecipare alle perizie con un proprio consulente di parte.

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Ultimo aggiornamento: 22:43 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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