PORDENONE - La storia si ripete, come i vandalismi che hanno costretto ancora una volta l’amministrazione comunale a chiudere i servizi igienici di piazza XX Settembre, accessibili dalle 8 di mattina all’una del giorno dopo con la tessera sanitaria.
IL SINDACO
«Hanno spaccato tutto, dal water al lavandino», conferma il sindaco Alessandro Ciriani spiegando che non si sono limitati a questo. Un altro “gioco” che costava soldi e lavoro era infatti quello di gettare frequentemente interi rotoli di carta igienica dentro il wc. Gesti inconsulti ai quali bisognava rimediare subito con interventi di riparazione. Tanti, troppi vandalismi fino a che la rottura dei sanitari li ha resi inutilizzabili. Ed è a quel punto che è stato necessario chiudere tutto. «Ora bisogna riparare quello che è stato distrutto dai vandali». Ciriani è amareggiato più che arrabbiato. Perchè è praticamente impossibile identificare gli autori di questi costosi danneggiamenti che privano tutti i cittadini di un servizio. «Le telecamere ci sono, ma all’esterno». E i vandali non hanno certo scritto in faccia “siamo stati noi”. All’interno per la privacy non si possono installare impianti di videosorveglianza. E neppure la tessera sanitaria aiuta in questo senso.
LA SOLUZIONE
Ora come ora si sta valutando come riaprire i servizi igienici di piazza XX Settembre. «Potremo metterli a pagamento - prosegue il sindaco Ciriani -, ma questo non impedirebbe ai vandali di tornare a fare danni. Un’altra ipotesi è quella di mettere una guardia giurata all’ingresso, ma sarebbe un costo importante impiegare una persona giorno e notte». Una spesa non da poco, anche se il sindaco continua a fare «appello al buon senso dei cittadini». O magari la chiusura anticipata, perchè i vadalismi e i loro autori preferiscono il buio, quando rischiano meno. Intanto si sistemano i danni, anzi, per essere precisi si ricostruisce il servizio visto che è necessario cambiare tutti i sanitari.
IL CANCELLO
E, rimanendo in piazza XX Settembre, l’amministrazione comunale è stata costretta a transennare un’area della terrazza della biblioteca che si affaccia sul bar Posta. Un gruppo di ragazzi, «sempre quelli che si spostano si volta in volta in alcune zone della città e che sono tenuti sotto controllo dalla polizia locale», utilizzavano infatti quello spazio come una sorta di bivacco dove sedersi, bere e fumare. E uno dei loro sport preferiti era quello di lanciare i rifiuti - dalle lattine alle sigarette e non solo - sul tetto del locale, trasformandolo in una discarica a cielo aperto. Episodi che si ripetevano quotidianamente nonostante i controlli, obbligando a far intervenire sempre più spesso persone a pulire quello che il gruppetto di minorenni aveva sporcato. E senza poter addossare loro - o ai loro genitori - le spese che avevano dovuto sostenere.