Pellegrino senza soldi raggiunge Israele "ispirato" da Claut. Dopo anni torna e ringrazia

Mercoledì 5 Gennaio 2022 di Alberto Comisso
Harold Debusscher, il pellegrino fiammingo protagonista del racconto
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CLAUT -  A Claut ha trovato accoglienza e ospitalità.

A Claut, nell’alta Valcellina, un diacono fiammingo di 56 anni, Harold Debusscher, è tornato dopo cinque anni e mezzo da quella volta in cui, partito a piedi da Bruges verso Gerusalemme, tra tante difficoltà e senza un euro in tasca qui ha trovato una comunità che, per qualche giorno, è diventata la sua seconda famiglia. Lo ha rifocillato, gli ha dato un tetto sotto il quale dormire e ripararsi, qualche soldo, cibo, calzini e scarpe per poter proseguire il suo viaggio. Difficile dimenticarsi dell’affetto di quella gente. Così dal Belgio, qualche giorno fa, è partito con la moglie, la figlia minore e un’amica per trascorre qualche giorno a Claut con un solo obiettivo: rivisitare quel piccolo paesino di montagna, dal quale è rimasto particolarmente affascinato, rincontrare e ringraziare chi, cinque anni e mezzo fa, lo ha aiutato.


IL PELLEGRINAGGIO


Era luglio del 2015 e Harold era partito dalla sua città in Belgio, Bruges, per coronare quel sogno che cullava sin da bambino: raggiungere Gerusalemme. Non in macchina e nemmeno con l’aereo, ma a piedi. Lo ha fatto nell’Anno Santo, affrontando un viaggio di seimila chilometri e attraversando più stati: dalla Germania all’Italia, dalla Slovenia alla Croazia sino a raggiungere l’Albania, la Grecia, la Turchia, Cipro e, infine, Israele. Per portare a termine quella missione, spinto dalla fede e dalla voglia di visitare la Città Santa, ci ha impiegato tre mesi, tre settimane e tre giorni. La sua avventura è stata poi raccontata in un libro. Un’impresa che Harold non dimenticherà mai, così come i clautani non si sono scordati quell’uomo dal volto simpatico e buono che, zaino in spalla, li ha incantati con le note di un violino.


IN FRIULI


Sceso dal Brennero, il diacono fiammingo ha raggiunto Erto. Pioveva tantissimo e non aveva nulla per ripararsi. Quando è arrivato a Cimolais è sceso sino a Claut e, bagnato fradicio, per la prima volta ha deciso di trascorre la notte in un hotel. Con sé non aveva nulla. Soltanto un’arancia per coprire 20 chilometri, la distanza che si era prefisso di compiere quel giorno. In un supermercato aveva comprato un chilogrammo di banane e, proprio quando era all’interno, ha sentito le campane suonare. Era domenica, doveva andare a messa. In un bar qualcuno gli ha offerto del cibo e, prima che se ne andasse, gli ha chiesto perché voleva andare a Gerusalemme: «Ho risposto loro – sorride Harold – che era il mio sogno, il sogno di una vita. Da quando ero bambino. Volevo percorrere la Via Dolorosa che, secondo la tradizione, è il percorso lungo il quale Gesù, portando la croce, è stato condotto al luogo della sua crocifissione».


L’AMICA CLAUTANA 


Quando è arrivato a Claut, ha notato che la porta della chiesa era tra quelle indicate come sante dalla Diocesi. Impossibile, quindi, non fermarsi. È a quel punto che ha conosciuto Nadia Talamini, origini clautane ma da tempo residente a Pordenone, che ha sentito il suono del violino di Debusscher e ha voluto complimentarsi con lui. «Mi ha detto che era diretto a Gerusalemme a piedi – sottolinea – e lì per lì l’ho scambiato per un matto. Mi è bastato però scambiare qualche parola con lui per rendermi conto della sua enorme fede e che, effettivamente, era un diacono». Nadia ha voluto aiutarlo, raccontando a tutte le persone che conosceva il sogno e la meta di Harold. Nessuno si è tirato indietro e tutti, ognuno secondo le proprie possibilità, si sono offerti di sostenerlo. Il diacono fiammingo non si è dimenticato di loro e, a distanza di quasi sei anni, ha deciso di tornare a Claut per ringraziare quelle stesse persone che quella volta gli hanno teso la mano. Debusscher, professore di musica, sogna un domani di tornare in Italia. E, perché no, stabilirsi proprio in quella che è diventata la “sua” Claut. 

Ultimo aggiornamento: 17:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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