Crisi di vocazioni e di fedeli: altari e chiese sempre più vuote. In Friuli Venezia Giulia raggiunto il minimo storico

Cola a picco rispetto a venti anni fa la quota di chi frequenta i luoghi di culto: adesso a messa solo uno su sei

Mercoledì 1 Maggio 2024 di Marco Agrusti
Crisi di vocazioni e di fedeli: altari e chiese sempre più vuote. In Friuli Venezia Giulia raggiunto il minimo storico

Se da una parte pesa la crisi delle vocazioni, che impedisce a tante parrocchie di vivere con tranquillità il ricambio generazionale, dall’altra ci sono i numeri che riguardano quello che succede dall’altra parte dell’altare, cioè tra i banchi delle navate delle chiese del Friuli Venezia Giulia. Secondo le rilevazioni firmate dall’Istat, infatti, la percentuale della popolazione che nella nostra regione frequenta abitualmente un luogo di culto - e nello specifico la chiesa cattolica - è al minimo storico.


Il quadro in Friuli Venezia Giulia

La sezione dell’istituto di statistica è quella che riguarda gli aspetti della vita quotidiana dei cittadini. Nel dettaglio, si analizza le abitudini religiose e lo spazio temporale interessato è quello che va dal 2003 all’anno scorso. Viene fuori un quadro non confortante, se letto dal punto di vista delle istituzioni religiose. In modo neutro, invece, il “dipinto” è quello di una regione sempre più secolarizzata, dove al di là del credo personale e intimo, la frequentazione costante dei luoghi di culto è davvero ridotta al minimo storico.

Si parte allora dal dato dell’anno scorso, l’ultimo disponibile nella banca dati dell’Istat nazionale.

Chi frequenta le chiese

Si evince che in Friuli Venezia Giulia la quota di persone che ancora oggi ammettono di frequentare abitualmente un luogo di culto, e in particolare una chiesa cattolica, è precipitata al 13,1 per cento. Significa che meno di una persona su sei rispetta il precetto religioso della celebrazione settimanale. E se si esclude il caso particolare della Provincia autonoma di Bolzano, dove la quota scende ancora e arriva al 12,2 per cento, a livello regionale quello del Friuli Venezia Giulia è il dato più basso di tutto il Nordest e uno dei più bassi di tutto il Settentrione. Di contro, invece, sale al 35 per cento la quota di cittadini residenti che ha spiegato di non frequentare in assoluto alcun luogo di culto in generale. E in questo caso si tratta del massimo storico.

Com'è cambiata la situazione rispetto a 20 anni fa

E vent’anni fa qual era la situazione sul nostro territorio? Estendendo il raggio d’indagine, sul sito dell’Istat si capisce come le abitudini religiose dei friulani siano nettamente cambiate. Nel 2003, infatti, erano molti di più i cittadini residenti della nostra regione che dichiaravano di frequentare un luogo di culto almeno una volta ogni settimana. Nel dettaglio, si trattava di una persona su quattro, pari al 25 per cento del totale. Ma soprattutto, la quota di chi dichiarava di non frequentare alcun luogo di culto in assoluto era molto più bassa di quella attuale, pari cioè al 19 per cento. Si evince quindi come negli ultimi vent’anni tante persone si siano progressivamente allontanate dalla pratica religiosa. 
Interessante anche il dato che potremmo definire come “mediano”, cioè quello riferito al 2013, quindi dieci anni dopo l’inizio dell’analisi e dieci anni alle spalle rispetto ad adesso. Una decade fa in Friuli Venezia Giulia una persona su cinque dichiarava ancora di andare in chiesa la domenica, quindi almeno una volta ogni settimana. Di contro, le persone che spiegavano di aver abbandonato del tutto ogni frequentazione di qualsiasi luogo di culto erano pari al 29,6 per cento, quindi di fatto si trattava di una persona su tre o poco meno. 

Ultimo aggiornamento: 16:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA
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