PADOVA - Lo decideranno all’ultimo dei dieci giorni a disposizione, perché prima valuteranno ogni risvolto tecnico. Ma i passi per presentare reclamo in appello contro la sentenza del tribunale di Padova - che ha cristallizzato l’iscrizione all’anagrafe dei bambini con due mamme - il ministero degli Interni li ha mossi nei giorni scorsi quando al Viminale è andata in scena una riunione dell’ufficio legale. Al centro del summit il decreto pubblicato martedì con il quale il Collegio di Padova dichiarava inammissibili - uno a uno - tutti e 37 i ricorsi presentatati dall’allora procuratore reggente di Padova Valeria Sanzari (ora procuratore aggiunto a Venezia) contro gli atti dello Stato civile di Palazzo Moroni: l’Anagrafe padovana, infatti, aveva accolto l’iscrizione dei bambini con le due mamme, quella biologica e quella che la legge chiama “madre d’interesse”. Una prassi che, ha ricordato il sindaco Sergio Giordani, continua e continuerà «finché non me lo imporrà una sentenza definitiva di un giudice».
Figli di due mamme, cosa potrebbe fare il Ministero dell'Interno
Detto che la procura non intende impugnare il decreto del tribunale (la procuratrice reggente Maria Ignazia D’Arpa che aveva ereditato il fascicolo, aveva chiesto di portare la questione di fronte alla Consulta e il nuovo procuratore Angelantonio Racanelli si insedierà solo dopo Pasqua, quindi a termini scaduti) dal dicastero guidato da Matteo Piantedosi sembrano propensi a depositare il reclamo entro metà della prossima settimana. Il Viminale dovrà quindi contestare ciascuno dei 37 atti del Collegio padovano chiedendo all’Appello di fare marcia indietro e cancellare il cognome della mamma non biologica dall’elenco dello Stato Civile.
La decisione del Tribunale di Padova
«È stata una decisione in rito e non nel merito, che lascia ferme allo stato le iscrizioni sui registri dello stato civile come avvenute ma non decide sul diritto allo status di figli» aveva commentato il giorno successivo alla sentenza la presidente del Tribunale di Padova, Caterina Santinello, spiegando come la dichiarazione di illegittimità fosse, appunto, una questione tecnica. L’attesa, quindi, è per i primi giorni della settimana, quando si capirà il destino di una sentenza comunque storica. A Milano, infatti, nonostante il tribunale avesse dato ragione alle mamme, l’Appello ha rovesciato la sentenza ordinando la cancellazione della madre non biologica.