Padova. Antonio Mogavero scende a 81 metri senza pinne, nuovo record italiano

Un nuovo record italiano per il 26enne di Cadoneghe, dopo i 105 metri in Free Immersion tirandosi dal cavo, stabiliti durante la Asian Cup 2023 a Panglao nelle Filippine

Sabato 26 Agosto 2023 di Iris Rocca
Antonio Mogavero

PADOVA - Ha superato Umberto Pelizzari e lo ha fatto senza pinne e a pochi giorni dal Covid. È sceso 81 metri in apnea a rana Antonio Mogavero, nella prova di specialità No Fins al Mondiale Cmas di apnea profonda in corso a Roatan in Honduras. Un nuovo record italiano per il 26enne di Cadoneghe, dopo i 105 metri in Free Immersion tirandosi dal cavo, stabiliti durante la Asian Cup 2023 a Panglao nelle Filippine. Mogavero, padovano dal sangue salentino, a due mesi di distanza ha segnato un altro obiettivo: è ora il primo italiano ad oltrepassare l'ottantina di metri No Fins. Una prestazione storica per l'Italia perché si tratta appunto del superamento della misura più profonda con la quale Pelizzari, l'apneista dei record, il 18 ottobre del 1999 al largo di Portofino, stabilì il primato mondiale di apnea in assetto costante con le pinne. Se allora Antonio Mogavero era poco più che un neonato, ora più che sfidare il leggendario uomo delfino, ha superato se stesso, andando oltre il suo precedente record di -79 metri conquistato in acque turche l'anno scorso sempre in Costant No Fins, quella che è unanimemente considerata la più dura delle discipline dell'apnea sportiva, dove l'atleta scende al piattello e risale in superficie a rana, senza potersi aiutare con alcun attrezzo, né toccare il cavo.

La preparazione

La misura ha consentito a Mogavero di sfiorare il podio per un metro. «Mi sono preparato in maniera minuziosa dando sempre il massimo ad ogni allenamento - confessa il ventiseienne dal mar dei Caraibi - Sono qui a Roatan dall'8 luglio e ci ho messo ventuno giorni ad adattarmi all'isola, ai suoi ritmi e alle sue energie.

Poco prima del Mondiale, proprio nel momento più delicato, ho contratto il Covid che mi ha messo ko per circa nove giorni. Ovviamente i miei polmoni ne hanno risentito e percepivo che il recupero tra un allenamento e l'altro necessitava di più tempo, soprattutto se l'obiettivo era arrivare in forma all'appuntamento iridato». Se la respirazione compromessa può essere un disagio per qualunque essere umano, per chi ne fa anche la base del proprio gesto atletico, vederla compromessa dal Coronavirus può voler dire gettare alle ortiche un anno di allenamento. «In accordo con il ct della nazionale, Michele Tomasi, ho deciso di risparmiare energie e convogliarle tutte in una sola specialità, magari più fisica, ma non estremamente profonda, evitando, quindi, di sollecitare ulteriormente i polmoni con le prove che si aggirano oltre i 100 metri». Una strategia che, senza ombra di dubbio, ha ben pagato. 

Ultimo aggiornamento: 27 Agosto, 10:34 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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