Pista da bob a Cortina, è corsa a ostacoli. Demolizione selettiva: il giallo del “via libera”

Venerdì 9 Febbraio 2024 di Giovanni Longhi
Pista da bob a Cortina, è corsa a ostacoli. Demolizione selettiva: il giallo del “via libera”

CORTINA - Non c’è pace per il progetto della nuova pista da bob a Cortina sul quale ha acceso i riflettori la Procura della Repubblica di Belluno: l’indagine informativa, avviata per acquisire elementi utili ad una successiva eventuale apertura di un fascicolo con l’ipotesi di reato di abuso edilizio, si riferisce ai lavori di demolizione selettiva eseguiti nei mesi scorsi sull’ex tracciato intitolato ad Eugenio Monti.

In particolare il carabinieri del nucleo tutela del patrimonio ambientale di Venezia, guidati dal colonnello Emanuele Meleleo, hanno effettuato in questi giorni, su disposizione della Procura una serie di sopralluoghi a Ronco per verificare che l’ubicazione del cantiere combaciasse con un’area sottoposta a vincolo. In questo caso i progettisti avrebbero dovuto chiedere alla Soprintendenza dei beni ambientali, l’autorizzazione ad eseguire l’intervento. Dai primi riscontri pare che questo passaggio sia stato ignorato: si configurerebbe così l’ipotesi di reato di abuso edilizio con rinvio a processo dei responsabili e tutte le altre conseguenze giuridiche del caso. 

L’IPOTESI

Questo filone si riferisce però ad un’operazione già eseguita, propedeutica a quella che dovrebbe scattare lunedì 19 febbraio, ovvero la realizzazione della pista in formato smart, cioè priva di alcune opere accessorie che invece erano state inserite nel progetto iniziale: la tagliola dei tempi stretti pronta a chiudersi sull’impresa che avesse vinto l’appalto, aveva suggerito un consistente ridimensionamento. Ora il dubbio della Procura è che la stessa presunta superficialità con la quale era stata affrontata ed eseguita la demolizione selettiva, senza la richiesta di autorizzazione alla Soprintendenza, possa essere stata adottata anche per procedere con il secondo progetto riveduto e corretto. In pratica non sarebbe stata fatta richiesta di autorizzazione alla Soprintendenza, neppure per il progetto “smart”.
Una lacuna che si può colmare, ma che richiede comunque tempo: trattandosi di opere di interesse collettivo, la richiesta e il rilascio potrebbero utilizzare una sorta di corsia preferenziale in grado di abbattere i tempi burocratici delle pratiche “normali”.
Si parla comunque di settimane che con il conto alla rovescia già scattato e con il numero dei giorni sul display a sole tre cifre, rischiano di trasformare la realizzazione della nuova pista in una “mission impossible”.

L’ALTRO FRONTE

Sempre sul fronte giuridico resta poi aperta tutta l’altra partita, quella relativa alla sicurezza. 
Ronco, come il resto della conca e delle montagne ampezzane fu teatro di scontri furiosi durante la Prima guerra mondiale e ancor oggi non è difficile imbattersi in residuati bellici. In realtà lo scrupolo di bonificare la zona della pista non sfiorò i progettisti del tracciato di un secolo fa, la pista venne realizzata e non successe nulla. 
Oggi le condizioni sono cambiate e il termine “sicurezza sul lavoro” assume i rigidi contorni fissati dalla legge. Un capitolo sul quale la Procura assicurerà un controllo asfissiante. 

IL GIALLO

In tempi non sospetti, ai vincoli ambientali da rispettare aveva accennato in Consiglio comunale di Cortina il gruppo di minoranza: «La pista da bob Eugenio Monti di Cortina d’Ampezzo è vincolata e non può essere demolita, senza il progetto definitivo dell’intervento, da sottoporre all’approvazione della Soprintendenza di Venezia», aveva fatto presente nell’ottobre 2022 “Cortina bene comune” producendo diversi documenti della commissione regionale per il patrimonio culturale del Veneto. La pista doveva ancora essere demolita. Ancora prima però, l’8 settembre, nel municipio di Cortina, si era conclusa la conferenza di servizi decisoria, avviata il 21 luglio da Luigivalerio Sant’Andrea, commissario straordinario di governo; quel passaggio era stato indicato come decisivo, per avviare il progetto di “strip out”, la tecnica di demolizione selettiva, da svolgere con precisione, con controlli e analisi dei materiali da recuperare o smaltire, anche per identificare l’eventuale presenza di sostanze pericolose. «Il sentiero per realizzare la nuova pista da bob di Cortina è lastricato di ostacoli e difficoltà – aveva dichiarato la consigliera Roberta de Zanna – non bastavano la contrarietà espressa da molti concittadini e l’aumento spropositato dei costi per l’energia e le materie prime, ora anche la commissione regionale ha messo dei bei paletti». La minoranza riportò poi il decreto della Soprintendenza, emesso il 21 settembre 2022, che dichiarava “il sistema della pista olimpica di bob Eugenio Monti di interesse culturale particolarmente importante”. Le motivazioni vanno ricercate in una lunga relazione, di 17 pagine, nella quale viene evidenziato il “valore iconico dell’impianto, nel contesto nazionale ed internazionale quale patrimonio identitario in questo brano di territorio, nonché per i rapporti relazionali che la pista ha intessuto e ancora mantiene con le altre fondanti infrastrutture olimpiche”. 
Roberta de Zanna evidenziò «un fatto curioso: ancora prima di apporre il vincolo, il 14 settembre 2022, la stessa commissione ha autorizzato la demolizione parziale della pista; con quale logica non si sa». Demolizione quindi concessa, ma viene però richiesto che prima sia autorizzato dalla Soprintendenza il progetto di tutela e di valorizzazione dell’impianto storico e che il progetto consenta di preservare le caratteristiche altimetriche e morfologiche del sedime, e promuova le peculiarità testimoniali ed identitarie collegate all’impianto esistente. Un ginepraio, mentre la clessidra continua a scorrere.

Ultimo aggiornamento: 07:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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