Chi si erge a custode di democrazia e Costituzione non può negare a Vannacci di esprimere opinioni

Giovedì 11 Gennaio 2024

Egregio direttore,
la tournée del generale Vannacci a Nord-est sta facendo molto parlare di se: improvvisi cambi di sede, boicottaggi, tentativi di non far svolgere l'evento previsto, contro-dibattiti, problemi di pubblica sicurezza. Ma non è un po' tutto eccessivo? E in fondo, in questo modo, chi lo contesta non finisce col fare pubblicità al già celebre generale, al suo libro e magari a dare forza anche alle sue aspirazioni politiche?

M. G.
Padova


Caro lettore,
premesso che faccio fatica a trovarmi in sintonia con non poche delle idee e opinioni del generale Vannacci o pure con le modalità con cui ha voluto esprimerle, non trovo alcuna ragione per cui l'ex capo della Folgore non debba avere il diritto di esprimerle: in un libro, in un pubblico dibattito, in un convegno a numero chiuso.

Dove e come vuole. Tantopiù che il successo dei suoi incontri in termini di partecipazione testimonia che molte persone la pensano, in tutto o in parte, come lui o sono comunque interessate ad ascoltare quello che dice. Perché impedirglielo? Capisco anche che questo infastidisca chi ha opinioni del tutto diverse da quelle del generale, ma questo fa parte della vita o più semplicemente della democrazia. Bisogna saperlo accettare. Mi hanno anche per questo sorpreso alcune delle motivazioni usate da coloro che in occasione delle presentazioni del libro di Vannacci, hanno organizzato contro-dibattiti o proteste, con l'evidente intento di boicottare gli incontri pubblici del generale. Anche questo è legittimo, naturalmente. Anzi, più dibattiti, più incontri, più confronti si organizzano e si fanno, meglio è: ne guadagna la vitalità civile e sociale delle nostre comunità. Tuttavia se si afferma di manifestare "contro l'intolleranza e per la difesa delle libertà" e "perché ci sia sempre un microfono aperto" (cito le parole testuali), perché questi nobili e giusti principi dovrebbero valere per chiunque, ma non per Vannacci o chi la pensa come lui? È solo il microfono del generale che, secondo queste persone, dovrebbe rimanere spento? È solo nei suoi confronti che il valore della tolleranza non andrebbe applicato? Ancora una volta mi pare che qualcuno che si erge e si autoproclama custode della Costituzione finisce, con i propri comportamenti e le proprie parole, per negare quelle che sono le basi fondamentali della nostra Carta. Dimostrando, in realtà, di vivere la democrazia con qualche fastidio e di ritenere solo i propri diritti come degni di essere difesi e tutelati. Non quelli di chi la pensa diversamente.

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