Sofia Stefani, ex vigilessa uccisa dal collega ad Anzola: voleva lasciarlo. Lui si difende: «È partito un colpo mentre pulivo la pistola»

La giovane era un’agente in forza al comando gemellato con Anzola, quello di Sala Bolognese, dove non era più in servizio da qualche tempo

Venerdì 17 Maggio 2024 di Sara Fanti
Sofia Stefani, ex vigilessa uccisa dal collega ad Anzola: voleva lasciarlo. Lui si difende: «È partito un colpo mentre pulivo la pistola»

Il tranquillo silenzio pomeridiano di Anzola dell’Emilia, paese della prima periferia bolognese ai lati della via Emilia, è stato squarciato, ieri, da un colpo d’arma da fuoco che ha riecheggiato nei locali del comando di Polizia municipale intercomunale, in piazza Giovanni XXIII. A perdere la vita, poco dopo le 16, la 33enne Sofia Stefani. La giovane era un’agente in forza al comando gemellato con Anzola, quello di Sala Bolognese, dove non era più in servizio da qualche tempo. Sui motivi per cui, dunque, si trovasse lì, stanno indagando le forze dell’ordine, anche per capire il movente dell’omicidio. Ad esplodere quell’unico colpo di arma da fuoco, che le è stato fatale e l’ha lasciata senza vita sul pavimento di una stanza al piano terra, la pistola di ordinanza detenuta da un collega di Anzola, il 60enne Giampiero Gualandi. L’agente in questione, coniugato, era stato a lungo il comandante del Corpo di polizia municipale dell’Unione di comuni Terre d'Acqua, prima che l’ente intercomunale si sciogliesse. L’uomo, a quel punto, era tornato al grado di agente, ad Anzola, sotto il comando dell’attuale capo Silvia Fiorini.

Sofia Stefani, ex vigilessa 30enne, uccisa ad Anzola da un agente. «Partito un colpo mentre pulivo la pistola»

LA TRAGEDIA

I primi ad intervenire, dopo aver udito uno sparo assordante, sono stati i colleghi della Municipale, e, poco dopo, i sanitari del 118 con vari mezzi, ma per la Stefani era già troppo tardi.

Poco dopo, per fare tutti i rilievi del caso, sono sopraggiunti i carabinieri con svariati mezzi sia dalla locale stazione, che dalla Compagnia di Borgo Panigale. Con loro, come di consueto, anche i militari della scientifica dal Comando provinciale di Bologna. Il 60enne è stato prontamente arrestato e non ha opposto resistenza.

Una fitta nebbia avvolge, però, la tragedia consumatasi nel bolognese. Stando alle prime informazioni che arrivano dagli inquirenti, e al vociare di paese, che ieri era incessante, tra la Stefani e il collega 60enne ci sarebbe stata una relazione, per lui extraconiugale, durata diverso tempo. Fino a poco tempo fa, quando la 33enne aveva deciso di non voler proseguire il rapporto, provando a troncarlo più volte. Decisione, questa, che non sarebbe stata accettata dall’uomo che aveva provato a ristabilire un dialogo con la ex collega.

 

LE INDAGINI

Perché, dunque, la 33enne si trovava lì, ieri? Si trattava di un ultimo, maledetto appuntamento chiarificatore tra i due o era solo, sventuratamente, passata a salutare gli ex colleghi? «Stavo pulendo la pistola d’ordinanza, non mi capacito di come sia potuto succedere». Queste sarebbero state la prime parole dell’uomo, dopo essere stato arrestato, quando si è trovato a spiegare i fatti davanti ai carabinieri e al pubblico ministero Stefano Dambruoso. Qualcosa, però, non convince gli investigatori visto anche il forte movente passionale che si sta dipanando dietro la tragedia. Fino alla tarda serata di ieri, infatti, la posizione del 60enne, trattenuto per ore in caserma, era ancora al vaglio degli inquirenti. I reati che, chiarita la dinamica, gli verranno contestati hanno ovviamente un peso diverso a seconda che ci sia stata o meno l’intenzione di uccidere: omicidio colposo o omicidio volontario. Dalle 16 di ieri, inoltre, e senza sosta, i militari hanno sentito decine di persone, dalla comandante ai colleghi ed amici.

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IL CORDOGLIO

Si dice sconvolto il sindaco del piccolo paese Giampiero Veronesi: «Siamo stati duramente colpiti dalla morte di questa giovane donna. Siamo ancora più distrutti dal fatto che questa tragedia sia avvenuta in un comune, come il nostro, da tempo impegnato per contrastare la violenza contro le donne. E non parlo solo delle panchine rosse che abbiamo sparso sul territorio per sensibilizzare la popolazione». «È una perdita devastante e quindi dobbiamo avere la capacità di reagire come comunità, di fronte ad un evento - ha concluso il primo cittadino - che in un comune di 15mila abitanti, tranquillo, scuote nel profondo le coscienze. E anche per questo motivo mi accingo a proclamare il lutto cittadino».

Ultimo aggiornamento: 10:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA