«Lo smart working ha rivoluzionato, specialmente negli ultimi anni, la vita di molte donne.
La donna, ha proseguito, «riveste un ruolo rilevante nella famiglia e nella società e per questo abbiamo voluto dedicare una sessione di oggi alla tutela della salute delle lavoratrici in ogni contesto sociale e produttivo». Così come è importante, ha concluso Schillaci, «assicurare la piena tutela delle lavoratrici madri, per le quali occorre tenere contro, con attenzione, degli specifici rischi sia per loro che per il nascituro».
La proroga fino al 30 giugno
La norma del Milleproroghe reintroduce fino al 30 giugno il diritto al lavoro agile per i soli lavoratori dipendenti nel privato, genitori di figli minori di 14 anni. Diritto che può essere fatto valere a due condizioni: la prima è che nel nucleo familiare non vi sia un altro genitore beneficiario di strumenti di sostegno al reddito (per sospensione o cessazione dell'attività lavorativa) o che non vi sia genitore non lavoratore. La seconda è che la modalità di lavoro agile sia compatibile con le caratteristiche della prestazione da rendere. La legge di conversione del decreto legge 198/2022 (legge 14/2023) è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale 49 del 27 febbraio 2023.
Chi ne ha diritto
Viene prorogato il lavoro agile (in scadenza il 30 marzo) fino al 30 giugno per i lavoratori del pubblico e del privato “fragili”, cioè affetti da una lista di patologie gravi indicate dal ministero della Salute nel decreto del 4 febbraio 2022 (immunodeficienze, patologie oncologiche, pazienti che hanno avuto trapianti), contro il rischio al quale possono essere esposti.In questo caso i giuslavoristi concordano nell’interpretazione della norma nel senso del riconoscimento di un diritto al lavoro da remoto “integrale”, e che il ricorso al lavoro agile è riconosciuto anche in caso di incompatibilità delle mansioni con il lavoro da remoto (il lavoratore può essere adibito ad un’altra mansione compresa nella medesima categoria o area di inquadramento, come definite dai contratti collettivi vigenti), senza alcuna decurtazione retributiva.