«A che età ti consideri "anziano"?», secondo la scienza la vecchiaia arriva sempre più tardi. Ecco i dati (e la risposta alla domanda)

Giovedì 2 Maggio 2024
«A che età ti consideri "anziano"?», secondo la scienza la vecchiaia arriva sempre più tardi. Ecco i dati (e la risposta alla domanda)

L'età è solo un numero, si dice spesso, e a quanto pare quel numero sta perdendo progressivamente di significato: la definizione di "anziano" cambia col tempo e la linea di confine con il "baratro" della vecchiaia viene spinta sempre più avanti. Lo dice uno studio congiunto tra le Università di Berlino, del Lussemburgo e la Stanford University e pubblicato recentemente sulla rivista Psychology and Aging. 

La ricerca ha interessato 14mila persone, presenti nel database del German Centre of Gerontology, in un periodo di 12 anni.

I dati raccolti hanno dimostrato il cambiamento del concetto di "anziano" in base al contesto storico e social. Da qui, le diverse risposte date alla domanda: «A che età ti consideri "vecchio"?»

Lo studio sull'anzianità

Per i boomer, vale a dire coloro che sono nati tra il 1946 e il 1964, la risposta alla domanda «A che età ti consideri vecchio» è intorno ai 74 anni. Eppure, se la stessa domanda viene posta a chi appartiene alla generazione precedente, otteniamo un risultato diverso: chi è nato nel 1911 dirà di sentirsi anziano a 71 anni, per esempio. 

I partecipanti allo studio sono nati tra il 1911 e il 1974 e hanno preso parte alla ricerca quando avevano tra i 40 e gli 85 anni. Il loro punto di vista sulla questione è cambiato nel tempo e i dati confermano la tendenza: l'inizio della vecchiaia si sposta di circa un anno per ogni 4 o 5 anni che passano. 

Come riporta NbcNews, l'autore dello studio e psicologo Markus Wettstein dichiara: «La nostra percezione e i concetti di "anzianità" cambiano nel tempo. Oggi le persone di mezza età o gli adulti più avanti con gli anni credono che la vecchiaia inizi più tardi rispetto ai loro corrispettivi di 10 o 20 anni prima».

Secondo lui, il cambiamento è dovuto a diversi fattori, tra cui l'aumento dell'aspettativa di vita. In effetti, se oggi si attesta intorno agli 81 anni, nel 1974 era molto più bassa, vale a dire 71 anni. Non solo si vive più a lungo, ma anche in salute: diversi studi confermano miglioramenti delle condizioni cardiache, abilità cognitive e, in generale, della qualità della vita. 

«Le persone che si sentono più giovani credono anche che la vecchiaia inizi più tardi», spiega Wettstein. E, in effetti, i partecipanti allo studio più soli o con malattie croniche tendevano a localizzare la vecchiaia prima degli altri. Per quanto riguarda le differenze di genere, le donne in media si sentono anziane 2.4 anni dopo rispetto agli uomini.

Ultimo aggiornamento: 5 Maggio, 12:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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