Morto Dall'Aglio, dall'autopsia la verità: "Morto per arresto cardio-circolatorio"

Giovedì 10 Agosto 2017
Morto Dall'Aglio, dall'autopsia la verità: "Morto per arresto cardio-circolatorio"

La morte del nuotatore Mattia Dall'Aglio è avvenuta per arresto cardiocircolatorio. Ma saranno necessari ulteriori accertamenti, per questo il cuore del 24enne è stato inviato a un centro specializzato di Padova, da dove, presumibilmente, arriveranno risposte più approfondite sulla dinamica dell'accaduto. Ha 'dettò principalmente questo l'autopsia svolta oggi alla medicina legale del Policlinico di Modena, coordinata dal professor Enrico Silingardi, sulla salma dello sportivo originario di Montecchio (Reggio Emilia). 



Gli esami, cominciati verso le 12.30 e proseguiti per due ore, non sono riusciti a chiarire con esattezza l'orario del decesso, avvenuto domenica in una sala adibita a palestra in strada Formigina a Modena, nella struttura dove si trova anche la piscina dei vigili del fuoco. La procura di Modena indaga per omicidio colposo e per il momento ha iscritto nel registro degli indagati due persone: il presidente dell'associazione 'Amici del nuotò ed un tecnico, un allenatore, che fa parte dell'associazione.

Come spiegato nei giorni scorsi dal procuratore capo di Modena Lucia Musti, l'iscrizione, con il fascicolo in mano al pm Katia Marino, non si è resa necessaria soltanto per permettere l'autopsia, ma anche per chiarire se quella stanza con gli strumenti per allenarsi sia in regola con le norme previste. Da quello che trapela, difatti, pare che Dall'Aglio fosse da solo all'interno di un locale che viene utilizzato soltanto da alcuni sportivi dopo che si è ottenuta la chiave custodita da un bar sempre adiacente alla piscina. Proprio la stanza adibita a palestra è stata posta sotto sequestro dagli uomini della squadra Mobile della polizia di Stato modenese, del vice questore aggiunto Marcello Castello. Sono stati prelevati, inoltre, documenti (tra questi pare autorizzazioni concesse all'associazione 'Amici del nuotò) e i video del sistema interno di sorveglianza, dove Dall'Aglio risulterebbe ripreso mentre si allena e fa stretching.

Uno dei quesiti principali che ruotano attorno al decesso del nuotatore, nel giro della nazionale e partecipante alle Universiadi in Corea del 2015, sta proprio sul fatto se potesse o meno trovarsi da solo in quella stanza, senza un istruttore o un allenatore.

La presenza di una figura qualificata era forse dovuta e avrebbe potuto evitare il peggio? Secondo le risultanze degli accertamenti svolti dagli inquirenti, Dall'Aglio sarebbe entrato nella stanza con gli strumenti intorno alle 14.30 mentre il ritrovamento del corpo, pare ad opera di un vigile del fuoco, sarebbe avvenuto verso le 17. All'autopsia hanno preso parte anche tre consulenti: Eleonora Tore, nominata dalla procura, il dottor Sabino Pelosi (incaricato dall'avvocato dei due indagati, il modenese Giulio Garuti) e quello dei parenti del 24enne. Non risulta che Dall'Aglio soffrisse di patologie, come l'autopsia dimostra, il che rende ancora più inspiegabile la morte di uno sportivo in salute, monitorato proprio per la sua attività professionistica. Anche per questo si è deciso di inviare l'organo a Padova, da dove, più avanti, potrebbero arrivare risposte determinanti. 

Ultimo aggiornamento: 11 Agosto, 16:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA

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